Vescovo Semeraro: niente di più esecrabile dell’uso strumentale di Dio
L’intervista al segretario del Consiglio dei cardinali
«È un’uscita esecrabile, di fronte alla quale non posso che citare un passaggio del documento sulla fratellanza umana firmato negli Emirati Arabi Uniti da Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb: “Dio, l’Onnipotente – recita il testo – non ha bisogno di essere difeso da nessuno e non vuole che il Suo nome venga usato per terrorizzare la gente”.Chi ha responsabilità di governo dovrebbe leggere e studiare questo testo».
Condanna senza mezzi termini l’uscita di Salvini, il segretario del C9 – il Consiglio di cardinali che coadiuva Francesco nel governo della Chiesa – il vescovo Marcello Semeraro.
Salvini ha ricevuto applausi, Francesco fischi. Cosa pensa?
«Ritengo che sia scorretto usare il nome di Dio in questo modo. Ma non soltanto il suo nome, ma anche quello della Vergine. È una modalità strumentale dalla quale prendere del tutto le distanze. C’è poco altro da dire».
Padre Antonio Spadaro ha scritto proprio dell’uso strumentale della religione.
«Appena ho sentito in televisione riportare le sue parole gli ho scritto un messaggio per complimentarmi. Credo non sia questo il tempo in cui tacere. Certo, c’è un abuso del nome di Dio del quale in tempi antichi è stato protagonista anche il mondo cristiano. Ma ora non può più essere così. Ed è proprio perché qualcuno di noi in passato ne ha abusato che possiamo oggi condannare chi fa altrettanto».
Già il Concilio Vaticano II fu esplicito in questo senso?
«Assolutamente sì. Condannò l’uso strumentale di Dio come forma esecrabile. Fra queste forme, a mio avviso, vi è anche questo modo di parlare del Papa con certi accenti e toni. E se a farlo sono persone che hanno importanti responsabilità nel Paese, il tutto diviene ancora maggiormente grave. Qui si va oltre ogni limite, oltre la decenza. Ripeto: Dio non ha bisogno di essere difeso da nessuno, né certamente vuole che il suo nome sia utilizzato per terrorizzare la gente».
Salvini, e una certa classe politica, attacca spesso Francesco e difende, invece, Benedetto XVI e Giovanni Paolo II. Perché?
«Forse perché non conoscono né Karol Wojtyla né Joseph Ratzinger. Vorrei ricordare soltanto che Papa Giovanni Paolo II ha inventato le giornate di preghiera ad Assisi, ha scritto la Redemptor Hominis, ha usato parole inequivocabili in favore dell’uomo durante, ad esempio, le giornate per le migrazioni. Citarlo in questo modo è, anche qui, un pessimo esercizio di strumentalizzazione».
Cosa direbbe a Salvini se lo incontrasse?
«Che esiste il timor di Dio. Che da esso occorrerebbe ripartire».
La Repubblica
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