cronaca

Un paese in coda per Fabrizio

Valeria D'Autilia Pixabay
Pubblicato il 16-01-2021

La solidarietà di Aradeo: "Il nostro midollo lo salverà"

«Speravo di essere io il donatore, di essere quello giusto. Ci ho sperato fino all' ultimo». La solidarietà ha la voce di Gianmarco, 34 anni, batterista degli Après La Classe. Conosce Fabrizio da anni. In questo paese di 9 mila abitanti in realtà si conoscono un po' tutti. E poi Fabrizio è un artigiano e il suo laboratorio di cornici è un' istituzione: «Quando serve qualcosa, si va da lui». Ma la solidarietà ha anche il cuore di Patrizia, 21 anni, studentessa in servizi sociali: «Salvare la vita a una persona è qualcosa di grande e lascia il segno. Durante quel prelievo, tutte le paure sono scomparse. E ora penso solo che quanti più ragazzi possibile dovrebbero aderire a questa crociata, tipizzandosi». E cioè sottoporsi a un prelievo del sangue per confrontare il proprio profilo genetico con quello dei pazienti in attesa di trapianto. Il «tipo giusto» per Fabrizio è uno su 100 mila e la ricerca di volontari è partita proprio dalla sua Aradeo. Un' intera comunità pronta a donare il midollo per salvare la vita al concittadino, malato di leucemia. In questa gara di solidarietà sono arrivati anche da altri comuni del Salento. Decine di persone, in piazza, ad attendere il proprio turno per entrare nell' autoemoteca. 

Mosse dall' appello lanciato sui social dalle sorelle e supportato anche da artisti come Emma Marrone. «Siamo partiti con una piccola speranza - racconta Maria Neve Arcuti- invece siamo stati travolti da quest' onda di generosità incontenibile. La cosa più bella è che tanti non lo conoscono, ma si sono appassionati a questa storia». Quella di un uomo di 44 anni, con due bimbi e un tumore del sangue. Chiamate da ogni parte d' Italia e dall' estero: «Abbiamo oltre 250 tipizzati». Ragazzi tra i 18 e i 35 anni che sperano di salvare una vita. Un gesto nato per Fabrizio, ma non solo: adesso sono iscritti nel registro dell' Admo, l' associazione donatori midollo osseo. «L' Istituto nazionale mi ha ringraziato, solo chi passa da questo bisogno capisce quanto serve». Fabrizio è determinato. I tre cicli di chemioterapia hanno annientato le cellule malate, ma il trapianto è necessario. «C' è gente che aspetta anni. Oppure può capitare che chi ha il midollo come il tuo non sia andato a tipizzarsi e hai perso anche quell' unica possibilità su 100 mila. Ma qui ad Aradeo c' è il mio sangue, ci sono i miei parenti e spero di trovare qualcuno compatibile». Per lui la solidarietà è un fatto naturale. Durante la prima fase del Covid, ha prodotto e regalato oltre 2 mila visiere per medici e soccorritori. E, proprio nel 2020, il numero di iscrizioni nel registro donatori è calato del 60%. «La gente aveva paura di recarsi in ospedale. E poi il nostro target sono scuole e università, rimaste chiuse».

Maria Stea è presidente di Admo Puglia. «Questa storia l' abbiamo ribattezzata il virus solidale salentino. Ci sono 2 mila pazienti che, ogni anno, necessitano di un trapianto. Chi è andato lì per Fabrizio, ora sa che può aiutare anche altri». Nel registro regionale gli iscritti sono 28 mila, in tutta Italia 480 mila. Il dono altro non è che una sacca di cellule staminali salvavita. «Non c' è ricevente- racconta l' Admo- che non pensi ogni giorno al suo donatore. Perché senza di lui non avrebbe potuto vivere. Geneticamente i suoi genitori sono come i tuoi. Questo è il miracolo». Fabrizio deve aspettare almeno un altro mese per scoprire se qualcuno è compatibile. «I primi giorni mi è caduto il mondo addosso, poi ho guardato avanti. Se ti fermi, sei perduto». (La Stampa)

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