cronaca

Ucciso don Roberto il prete degli ultimi

Redazione Ansa - MATTEO BAZZI
Pubblicato il 15-09-2020

Don Roberto Malgesini, 51 anni, è stato ucciso stamattina in piazza San Rocco

Don Roberto Malgesini, 51 anni, "un vero prete di strada" come lo descrivono tanti, sempre schierato dalla parte degli ultimi, è stato accoltellato e ucciso stamattina alle 7 a Como in piazza San Rocco. L'aggressione è avvenuta sotto la casa dove abitava il sacerdote, che era originario della Valtellina. Inutili i soccorsi: quando don Roberto è stato ritrovato, era disteso per terra con diverse ferite da arma da taglio e i sanitari ne hanno solo potuto constatare il decesso.

Sul posto è arrivato anche il vescovo Oscar Cantoni ed è forte, appena si è sparsa la notizia della morte del don, la commozione e il dolore tra chi lo conosceva. Il vescovo ha benedetto la salma di don Roberto prima che fosse portata via, e a pochi metri dalla chiesa di San Rocco si è formata una folla di fedeli, tra loro tanti migranti. Molti piangono e si abbracciano.

"Dov'è il don? No, non può essere lui", dice uno di loro ad alta voce. Il direttore della Caritas, don Roberto Bernasconi, racconta che era consapevole dei rischi che correva e usa anche parole dure per spiegare come si muoveva nel mondo don Roberto: "Era una persona mite, era cosciente dei rischi che correva. La città e il mondo non hanno capito la sua missione".

Paragona l'omicidio a un martirio: "Voleva trasmettere un messaggio cristiano attraverso la vicinanza a queste persone. È una tragedia che nasce dall'odio che monta in questi giorni ed è la causa scatenante al di là della persona fisica che ha compiuto questo gesto. O la smettiamo di odiarci o tragedie come questa si ripeteranno. Spero che questo suo martirio possa contribuire allo svelenamento della società".

E la Diocesi del sacerdote ricorda la bontà: "Era un pezzo di pane". Il sindaco Mario Landriscina ha deciso di proclamare il lutto cittadino. Da una prima ricostruzione sembra che il sacerdote stava per iniziare il suo giro di distribuzione delle prime colazioni. Sotto casa, nella canonica, è rimasta la sua Panda grigia con tutto il necessario. Probabilmente ha trovato l'omicida ad aspettarlo: si tratta di un senza tetto, di origini tunisine, di 53 anni, e con problemi psichici. Ospitato da un dormitorio cittadini, l'uomo ha alle spalle diversi decreti di espulsione dal 2015.

Era una persona che il don conosceva e assisteva e con il quale pare fosse in buoni rapporti. Resta da capire cosa sia successo tra i due, perché non vi sarebbero testimoni dell'aggressione. Don Roberto è stato colpito da varie coltellate, quella letale al collo: il corpo era a una ventina di metri dall'auto, dove c'è un piccolo spiazzo in cui si trovano solitamente gli immigrati. Dopo avere ferito mortalmente il prete, l'omicida è andato a piedi a costituirsi alla caserma dei carabinieri, a poche centinaia di metri da San Rocco. Lì vicino è stata anche ritrovata l'arma usata per il delitto.

Da anni don Roberto si era schierato dalla parte degli ultimi, apparteneva alla parrocchia di San Bartolomeo. Era il coordinatore del gruppo di volontari che portano ogni mattina un thè caldo o qualcosa da bere ai senzatetto della città. Serviva alla mensa come al dormitorio, aveva confidenza con molte delle persone che incontrava ogni giorno. E le aiutava come poteva. Alla sua vocazione religiosa affiancava una profonda umanità: se qualcuno aveva bisogno di un medico e si rivolgeva a don Roberto, non solo glielo trovava ma spesso lo accompagnava con la sua auto.

Stasera, fa sapere la Diocesi, "di fronte alla tragedia la Chiesa di Como si stringe in preghiera per il suo prete don Roberto e per chi l'ha colpito a morte" con un rosario guidato dal vescovo.

La città di Como nel gennaio del 1999 aveva vissuto un fatto tragicamente simile: a Ponte Chiasso venne ucciso a coltellate il parroco don Renzo Beretta, da un immigrato al quale aveva dato accoglienza. (Repubblica)

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