cronaca

Siamo fatti di corpo e di dati

Edoardo Boncinelli Pixabay
Pubblicato il 19-01-2021

La razionalità contro il 'battaglione' di esperti

Facciamo ancora fatica a renderci conto di cosa ci è capitato in questi mesi. Siamo stati travolti da un ciclone epidemico e stentiamo ancora a rendercene conto, forse perché il tutto è iniziato in sordina ed è andato poi peggiorando di giorno in giorno. Portandosi dietro un' altra calamità, ovvero le esibizioni di un battaglione di «esperti» che ci hanno spiegato e anticipato tutto, ciascuno a modo suo, dagli schermi televisivi o sulla carta stampata. Si sono avute anche delle clamorose risurrezioni: vecchi somari della medicina pubblica imbellettati e rimessi in circolazione. Quando invece ci sarebbe stato tanto bisogno di chiarezza e di equilibrio. Chiarezza ed equilibrio che troviamo invece, per fortuna, nel prezioso libretto La pandemia dei dati di Armando Massarenti e Antonietta Mira (Mondadori Università), uscito molto opportunamente in questo periodo.

Si tratta di un libro molto ben fatto e diretto proprio a chi vuole capire un po' di più di questa benedetta pandemia di Covid. Ho sempre sostenuto che in ogni circostanza occorrerebbe «provvedere senza preoccuparsi», mentre l' atteggiamento corrente è spesso quello di «preoccuparsi senza provvedere». Ciò non è troppo sorprendente, poiché siamo esseri umani, pieni di paure e di atteggiamenti incoerenti come ogni altro animale superiore. In verità noi avremmo anche la ragione e un cervellone dotato di un' imponente corteccia cerebrale. Bisogna però utilizzarle, l' una e l' altra, e questo non accade sempre. Oggi questo lo sappiamo bene, anche ufficialmente, perché negli ultimi decenni la psicologia cognitiva, una branca delle neuroscienze, ha esplorato a fondo la maniera con la quale ciascuno di noi giudica in cuor suo i diversi eventi della vita e prende le decisioni pertinenti. Molti risultati di questi studi appaiono estremamente interessanti e costituiscono un patrimonio culturale del quale sarà sempre più difficile fare a meno. Un merito non secondario del libro di cui stiamo parlando è proprio quello di parlare anche di tali argomenti e di riassumercene con cautela e acume i punti salienti.

Si direbbe che il libro sia tutto ispirato da una silenziosa rivalutazione della razionalità, nel bel mezzo di un clima culturale che fa dei sentimenti l' alfa e l' omega di tutto, dal comprendere le persone all' aiutarle psicologicamente, dall' accettazione degli eventi avversi all' intrattenimento, per non parlare del divertimento vero e proprio. Non so se i due autori si riconoscerebbero in queste mie affermazioni, ma non si può negare che anche le loro preferenze filosofiche vanno nella direzione delle parti più razionali del pensiero filosofico. Questo atteggiamento se ne porta dietro un altro: il coraggio di prendere in considerazione anche l' utilità delle cose e della loro valutazione. Per quanto possa sembrare paradossale, almeno in questo Paese, razionalità e «fredda» valutazione dell' utilità delle cose vanno di pari passo.

L' una cosa e l' altra, la razionalità e l' attenta valutazione dell' utilità, figurano peraltro fra le imprese più ardue alle quali ci si possa dedicare. Che cosa c' è in questo libro? Secondo me, Variazioni sul Tema della «scienza dei dati», che è poi il titolo dell' ultimo capitolo. Tutta la vita, se vogliamo, è un' attenta e penetrante valutazione dei dati. Perché noi siamo corpo e dati, sensoriali, suggeriti dall' istinto o acquisiti da fuori e dagli altri. Prendiamo quindi coscienza di come valutiamo la massa dei dati che ci investono ogni ora di ogni nostro giorno. Questa potrebbe essere l' esortazione centrale dei nostri autori, anche se non sono sicuro che loro sarebbero su questo punto completamente d' accordo. (Corriere della Sera)

 

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