Sala Nervi, per un'accoglienza adatta
“La città laica dove teatri e anfiteatri avevano accolto folle immense diventa la Roma papale che regolarmente accoglie moltitudini di uomini e donne di ogni nazione, razza, popolo e lingua (Apocalisse, 7, 9), diventa anche la città papale dove – prima in Laterano e poi in Vaticano – vengono creati spazi adeguati ad accogliere le folle di pellegrini provenienti da tutto il mondo: uno sforzo plurisecolare che si risolve dal XVI secolo in poi con la nuova basilica Vaticana, la piazza del Bernini e, nel Novecento, la Sala Nervi”. Lo ricorda monsignor Timothy Verdon in un articolo pubblicato dall'Osservatore Romano, dal titolo Con gli occhi puntati dove confluisce la storia. E, in questo 2021, l’ultimo di questi spazi, simbolo dell’accoglienza papale, compie 50 anni.
L’Aula Paolo VI, nota anche come Sala Nervi dal nome di colui che la progettò, venne inaugurata il 30 giugno 1971, cinque anni dopo la sua ideazione. Era il 1966, infatti, quando papa Paolo VI incaricò l’ingegnere, imprenditore e accademico italiano Pier Luigi Nervi (1891 - 1979) di realizzare una sala per le udienze pontificie a margine della Città del Vaticano. Uno spazio che potesse accogliere gli incontri che in precedenza – e ancora oggi, laddove i pellegrini superino la capacità dell’aula – si tenevano al Palazzo apostolico e nella Basilica di San Pietro. La sala, oltre che un esempio di quella staticità che è il filo conduttore dell’opera di Nervi, è un esempio del mecenatismo dei Papi, della valorizzazione che hanno sempre saputo fare delle varie arti e degli artisti. «Questa – disse Papa Paolo VI in occasione dell'inaugurazione – è la prima udienza celebrata in questa nuova sala. Inauguriamo così questa bella e grande aula, che noi abbiamo voluto fosse costruita soprattutto per due motivi: per liberare la Basilica di San Pietro dall’afflusso divenuto consueto della moltitudine eterogenea e vivace, che affolla le nostre udienze generali, e per offrire ai nostri visitatori un’aula d’accoglienza più adatta».
Realizzata in calcestruzzo armato, l’Aula Nervi ha un caratteristico impianto planimetrico di forma trapezoidale, coperto da una volta parabolica ondulata di travertino con 42 archi parabolici elementari. Le onde, per seguire la forma trapezoidale della pianta, si vanno ad intensificare in corrispondenza del palco e si diradano nel fondo della sala: in questo modo, l’attenzione dei fedeli viene focalizzata proprio sul trono papale. La Sala è anche uno spazio espositivo importante: dietro al trono papale si trova il gruppo scultoreo con Resurrezione di Gesù Cristo (1970 - 1975), in bronzo, di Pericle Fazzini. Negli oculi ovali, ci sono le vetrate geometriche (1971) di János Hajnal. Infine, nascosto da pannelli dietro al gruppo scultoreo, l’Organo (1970), realizzato da Mascioni, su progetto che Raffaele Manari elaborò nel 1933 per il Pontificio Istituto di Musica Sacra.
Infine, due curiosità: l’aula non si trova per tutta la sua superficie nello Stato della Città del Vaticano: una parte è in terra italiana, anche se soggetta all'extraterritorialità concessa alla Santa Sede. E, dal 2008, la Sala è anche green, grazie alla realizzazione dell’impianto fotovoltaico installato sulla copertura edificio che ha una potenza di picco di 221 KWh e produce annualmente 300.000 KWh evitando l’emissione in atmosfera di circa 225.000 KG di CO2 con un risparmio pari a 80 tonnellate di petrolio.
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