Patrizio Pelizzi e San Francesco, il sognatore
L’attore parla del suo rapporto con il santo di Assisi, della poesia, del suo ultimo libro “L’essenza di un sognatore”
Patrizio Pelizzi è artista poliedrico. Tra versi di poesie, ruoli interpretati sulle tavole di palcoscenico e sul set cinematografico, la sua personalità solare fa riflettere chiunque lo incontri. Non c’è che dire. Crede nella forza della fede e della bellezza. Questi, i capisaldi che l’hanno accompagnato - da sempre - nella sua carriera artistica ventennale tra teatro, cinema e Tv. Attore, doppiatore e sceneggiatore, ha lavorato in numerose fiction e film, accanto a registi celebri come Pupi Avati (ha recitato in un "Un ragazzo d'oro", con la star hollywoodiana Sharon Stone) Recentemente, è stato uno dei volti per la famosa soap opera partenopea "Un Posto al sole". Presente nel film-TV "Enrico Piaggio-Un sogno italiano” - campione di audience - con protagonista Alessio Boni, per la regia di Umberto Marino. Nel dicembre 2019, Patrizio Pelizzi è stato insignito del rinomato "Premio Vincenzo Crocitti International” per la VII edizione (2019), come miglior attore e sceneggiatore in carriera. Nel dicembre 2020, è stato inoltre conferito il Premio "Letterario Milano International" per la IV edizione grazie alla poesia "Volare".
La poesia, esperienza che nasce nei banchi del liceo. Un’amore antico che sempre ritorna nella sua vita. Come ritorna nella sua vita la figura di San Francesco d’Assisi. Ma si sa, la poesia e il santo di Assisi, sembrano quasi andare in coppia. Sempre. E, proprio mentre il tempo in cui stiamo vivendo sembra quasi mettere da parte la musa poetica, Pelizzi ha volutamente far uscire il suo libro “L’essenza di un sognatore” (96,Rue de-La-Fontaine edizioni) durante questo periodo natalizio, quasi a dare una speranza di bellezza. “San Francesco, patrono d’Italia” lo ha incontrato per parlare di San Francesco e del suo ultimo libro.
La tua esperienza personale con San Francesco. Puoi raccontarcela?
Ho tanto rispetto per S. Francesco d'Assisi, è un mio riferimento di vita e soprattutto dal punto di vista spirituale. Da adolescente ero rimasto colpito dalla sua biografia. Francesco prima di diventare "Santo" era un uomo che viveva nelle agiatezze materiali! Improvvisamente si è spogliato di tutto per vivere di elemosina, carità e amore universale verso la natura, gli animali e tutto il Creato. Un uomo che si è donato pienamente che a Gesù, nostro Signore.
Il santo di Assisi era un regista, un poeta, un amante della Bellezza, e un sognatore. Quali sono le tue ispirazioni su questo personaggio-santo così importante?
Proprio così, San Francesco era anche un poeta e un regista della vita. Era un Santo che comprendeva il vero senso della bellezza della vita attraverso l'essenziale e la semplicità. Ho preso ispirazione da Lui, per non diventare un comune "animale egoista". L'uomo è confuso e ingordo di beni e piaceri materiali. Evitare qualsiasi tentazione terrena non è semplice!! Almeno ci provo nel mio piccolo con la Fede. A mio avviso l'uomo deve con la buona volontà, sgombrare la sua mente dalle cose futili per saper riconoscere l'ordine dell'Universo. Specialmente in questo lungo periodo di Pandemia è importante seguire la luce della via Maestra.
Veniamo alla tua esperienza di attore. Tanti ruoli interpretati. Per il momento nessuno santo, nessun San Francesco in particolare. Allora, in un immaginario set o palcoscenico, come affronteresti il santo di Assisi?
Sarebbe un grande onore per me poter interpretare a teatro o per il cinema la vita di un Santo! In particolar modo S. Francesco d'Assisi. Innanzitutto cercherei di vivere appieno i posti che frequentava prima e dopo la Santità... adoro l'Umbria. Se mi chiamassero per interpretare S. Francesco, sarebbe un segno Divino. È sempre il Signore che decide per noi comuni mortali. Vivrei la Santità con tanta umiltà e rispetto, dando il giusto contributo per aiutare tutte quelle persone con l'anima fragile, cieca e arida. La preghiera "Semplice" di S. Francesco è la panacea per tutti! "Oh Signore fa di me uno strumento della tua Pace".
Un libro di poesia nato nel periodo di pandemia. Vuole essere questo un inno alla vita, nonostante tutto?
Esatto è proprio un vero Inno alla vita! È bello viaggiare con la mente evitando ogni forma di superficialità e individualismo sociale... per dare più spazio all'umanità e all'amore universale. Bisogna sempre trovare il coraggio nella vita, specialmente in questo periodo dove ogni forma di cultura e arte è stata oscurata. La poesia come il teatro è vita che scorre! È lo specchio della società. La poesia è salvifica! Per me è stata una grande ancora di salvezza durante il lockdown. Effettivamente la poesia è sempre stata in nicchia, è intima e silenziosa, lontana da ogni forma di frastuono. In alcune mie liriche come ad esempio "Un Sognatore", "Vita", "Volare" o in "Donna Musa" c'è sempre una continua sfida tra il bene e il male, dove l'uomo si fa delle domande e cerca delle risposte… attraverso il silenzio e la propria evoluzione spirituale. Nelle mie liriche poetiche c'è: dolore, lacrime, gioia, semplicità, speranza, luce e la fede per il Signore! c'è un profluvio di riflessioni, dove niente è scontato. La poesia è Logos e Pathos, è una continua ricerca dell'emozione all'interno della mente. La Poesia ci rende liberi di pensare con il proprio cervello e cuore per non essere tutti omologati.
Una scelta coraggiosa questa, in un'epoca in cui sembra mancare un'attenzione alla poesia che nasce dal silenzio, in fondo. Ancora oggi il mondo non trova che sia troppo rumoroso?
Ho deciso di far uscire durante le feste Natalizie il mio libro di liriche poetiche per dare una dolce carezza e amore a tante persone che soffrono specialmente in questo triste periodo per l'emergenza Covid-19. Nella mia silloge mi definisco un mero regista che intraprende un viaggio introspettivo, iniziato ai tempi del liceo e ripreso in età adulta. Cerco sempre di non giudicare osservo e descrivo con delicatezza le varie emozioni percepite attraverso la mia vita... la mia essenza.
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