Le visite dei pontefici

Ha scelto di mettere fine alla sua vita l'atleta di corsa in carrozzina. Soffriva di una malattia degenerativa.
BRUXELLES - Marieke Vervoort, plurimedagliata campionessa paralimpica, ha scelto di mettere fine alla sua vita, facendo ricorso all'eutanasia, legale in Belgio. La morte è stata confermata da un comunicato della sua città natale, Diert, pronta a tenerne vivo il ricordo. La 40enne belga, che ha vinto quattro medaglie alle Paralimpiadi, da quando aveva 14 anni era affetta da una malattia muscolare degenerativa incurabile, che già nel 2008 l'aveva portata a firmare i documenti per far ricorso all'eutanasia. Medaglia d'oro (T52 100m) e d'argento (T52 200m) in carrozzina alle Paralimpiadi di Londra 2012, ancora argento (T51/52 400m) e bronzo (T51/52 100m) ai Giochi paralimpici di Rio de Janeiro nel 2016, l'anno in cui decise di chiudere con lo sport.
La malattia l'aveva portata a paralisi e crisi epilettiche
Già in Brasile Vervoort aveva annunciato pubblicamente le sue intenzioni: "Sono davvero spaventata, ma i documenti per l'eutanasia mi rasserenano molto, perché so che quando il dolore sarà troppo per me avrò i documenti pronti. E se non li avessi avuti mi sarei suicidata lo stesso". La malattia di cui soffriva l'aveva portata alla paralisi e ultimamente anche a crisi epilettiche, una delle quali, nel 2014, le aveva fatto versare addosso una pentola d'acqua bollente, con ustioni alle gambe che l'avevano costretta per 4 mesi in ospedale. Tre anni fa, in un'intervista alla BBC, Marieke Vervoort aveva parlato della sua condizione, dei "dolori terribili che mi fanno urlare e piangere", degli "attacchi epilettici" e del bisogno di fare uso di "molti antidolorifici" per andare avanti. "Molte persone mi chiedono come sia possibile riuscire a ottenere risultati così buoni e continuare a sorridere nonostante il dolore e i farmaci che mangiano i muscoli. Per me lo sport e la corsa su una sedia a rotelle è una specie di medicina".
di Repubblica.it
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