Pandemia, persi 945mila posti di lavoro
Disoccupazione al 10,2%, quella giovanile balza al 31,6%
In un anno sono andati in fumo quasi un milione di posti di lavoro. La pandemia ha avuto l’effetto di un vero e proprio terremoto come certificato dagli ultimi dati Istat relativi al febbraio 2021. Mese in cui gli occupati erano 22.197.000, ovvero 945.000 in meno rispetto a febbraio 2020. Le ripetute flessioni congiunturali dell’occupazione , registrate dall’inizio dell’emergenza sanitaria fino a gennaio 2021 – spiega l’istituto di statistica – hanno determinato un crollo dell’occupazione del 4,1%. La diminuzione coinvolge uomini e donne, dipendenti (-590mila) e autonomi (-355mila) e tutte le classi d’età. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 2,2 punti percentuali toccando il 56,5%.
Il cambio di metodologia peggiora i dati. Se a febbraio gli occupati sono sostanzialmente stabili rispetto al mese precedente (+6mila), a gennaio si è registrato un vero e proprio crollo rispetto al mese di dicembre con 184mila posti di lavoro in meno. L’Istat ha precisato però, a mitigare parzialmente questo dato drammatico, che nel 2021 è cambiato il metodo di rilevazione secondo le nuove regole europee e anche a causa di questi cambiamenti si è registrato un forte calo degli occupati da gennaio rispetto all'anno precedente quando non c'era, prima della pandemia, un largo utilizzo degli ammortizzatori sociali. Nella precedente rilevazione era classificato come occupato anche il dipendente assente da oltre 3 mesi che manteneva una retribuzione pari almeno al 50% (ad esempio, i cassaintegrati) e anche il lavoratore indipendente assente dal lavoro momentaneamente. Nella nuova rilevazioneinvece vengono considerati non occupati - a prescindere dalla retribuzione se dipendente o dalla conclusione dell'attività se indipendente - a meno che non si tratti di: assenza per maternità, malattia, part time verticale, formazione pagata dal datore di lavoro, congedo parentale se retribuito o non sia un lavoratore stagionale.
Precari e indipendenti i più colpiti. A febbraio gli uomini occupati erano 533mila in meno occupati (-4%) rispetto ad un anno fa mentre le donne occupate in meno erano 412mila (-4,2%). Il tasso di occupazione degli uomini tra i 15 e i 64 anni è sceso di 2,5 punti al 65,3% mentre quello delle donne è diminuito di 1,8 punti al 47,7%. È aumentata in modo consistente l’inattività con il 46,3% del totale tra le donne tra i 15 e i 64 anni e il 27,6% tra gli uomini. Hanno subito i maggiori contraccolpi il lavoro a termine con 372 mila unità in meno in un anno (-12,8%) e quello indipendente con 355mila unità in meno a febbraio su un anno prima (-6,8%).Gli occupati dipendenti con un contratto a tempo indeterminato sono diminuiti di 218mila unità (-1,5%). Tra gli occupati sono stati penalizzati soprattutto i più giovani con un -14,7% di occupati tra i 15 e i 24 anni (-159mila unità) e un -6,4% per quelli tra i 25 e i 34 anni (-258mila unità). In valore assoluto la caduta più ampia di occupati c’è stata tra i 35 e i 49 anni con 427mila occupati in meno e una riduzione percentuale del 4,6% mentre gli over 50 hanno perso 101mila occupati in un anno (-1,2%). In questa ultima fascia è salita la disoccupazione (+14,6% con 70mila persone in più in cerca di lavoro).
Disoccupazione giovanile al 31,6%. Il livello dell’occupazione nel trimestre dicembre 2020-febbraio 2021 è inferiore dell’1,2% rispetto a quello del trimestre precedente (settembre-novembre 2020), con un calo di 277mila unità.Il tasso di disoccupazione a febbraio diminuisce di 0,1 punti rispetto a gennaio e aumenta di 0,5 punti su febbraio 2020 attestandosi al 10,2%. Il tasso di inattività tra i 15 e i 64 anni è al 37%, stabile su gennaio e in crescita di 2,1 punti rispetto al periodo pre-pandemia. I disoccupati a febbraio sono 2,518 milioni in aumento di 2mila unità rispetto a febbraio 2020 (-9mila su gennaio 2021) mentre gli inattivi tra i 15 e i 64 anni sono 14.084mila in aumento di 717mila su un anno prima.Il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni a febbraio era del 31,6% con un calo di 1,2 punti su gennaio e un aumento di 2,6 punti su febbraio 2020. I giovani al lavoro a febbraio erano 919mila, il 15,7% del totale, con un calo di 159mila rispetto ad un anni fa. (Avvenire)
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