Nell’inferno del Sudan
Le testimonianze dei frati tra la guerra civile
Il Sudan è nel caos e i frati francescani stanno vivendo un’esperienza drammatica. Da sabato 15 aprile, infatti, le strade di Khartoum, capitale del Sudan, e altre zone del paese sono teatro degli scontri tra le forze armate dell’esercito regolare e i paramilitari delle forze di supporto rapido (RSF).
LE CONDIZIONI DEI FRATI
I frati presenti, scrive ofm.org, sono costretti a stare chiusi nel loro convento. Hanno scritto al Ministro generale, Fr. Massimo Fusarelli, OFM, e al Definitore generale di zona, Fr. Victor Quematcha, OFM, che la guerriglia tra esercito e ribelli divampa, che le comunicazioni e internet sono spesso interrotti, ma che stanno tutti bene.
“QUASI IMPOSSIBILI”
Fr. Peter Tindo, OFM, da Khartoum, in un messaggio audio ha detto: “Siamo chiusi in casa e sentiamo solo spari intorno a noi. Ma cosa sta succedendo esattamente in questo momento non lo sappiamo”.
Anche Fr. Federico Gandolfi, OFM, in Sud Sudan, conferma che le comunicazioni col vicino paese sono rese quasi impossibili dal blocco della rete internet.
LE VITTIME DELLA GUERRIGLIA
Anche Papa Francesco prega per la pace nel Sudan, mentre i bilanci ufficiali parlano di oltre cento vittime per la guerriglia, centinaia di feriti, molti dei quali non hanno potuto raggiungere gli ospedali a causa delle difficoltà negli spostamenti. Tra le vittime ci sono sia civili sia militari.
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