Le visite dei pontefici

E le ong chiedono un porto sicuro all'Italia per quelli che hanno tratto in salvo
Una partenza dietro l'altra, almeno 800 persone messe in mare contemporaneamente dai trafficanti, le tre navi umanitarie presenti che soccorrono a ripetizione, nuovi sbarchi autonomi e richieste di aiuto nella notte. Gli ultimi sbarcati, 37, sono sbarcati a Cala Palme, direttamente nel porto di Lampedusa, in piena notte. Soccorsi sono stati portati nell'hot spot dove ci sono già un centinaio di persone approdati ieri.
In 367 sono a bordo delle tre navi Ong che pattugliano le zone Sar maltese: la Ocean Viking con 215 migranti (presi a bordo in tre diversi salvataggi), 73 sulla Open Arms e 79 sulla nuova arrivata Aita Mari della omonima Ong spagnola. Tutte hanno chiesto porto sicuro, tutte hanno rifiutato l'approdo di Tripoli indicato dalla guardia costiera libica e tutte attendono ora risposta da Italia e Malta. Ma continuano a giungere nuove segnalazioni e richieste di aiuto: l'ultima intorno a mezzanotte, una barca con 79 persone con difficoltà di galleggiamento che ha chiamato il centralino Alarm Phone che ha a sua volta girato la richiesta alle autorità e a tutte le navi nella zona Sar maltese. Da ore la Aita Mari sta cercando di individuare anche questa barca.
Almeno cinque i gommoni intercettati e riportati indietro dai libici mentre anche la guardia costiera di Tunisi ha soccorso altre sue imbarcazioni partite da Sfax. E le agenzie delle Nazioni unite in una zona lanciano l'allarme per il boom di partenze: "Questo apparente picco nelle partenze dalla Libia - dice l'Oim - arriva in un momento in cui Tripoli e le aree circostanti stanno assistendo ad alcuni dei bombardamenti più pesanti da quando il conflitto è scoppiato ad aprile". E infatti molti dei migranti soccorsi presentano vistose ferite d'arma da fuoco.
di Alessandra Ziniti - Repubblica.it
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