Lerner: 'Assisi è la vera anti-Davos'
Economia e cattolici, oggi chiude il Papa
Ecco due fotogrammi in contemporanea dal nostro pianeta malato: oggi i capi delle grandi potenze si riuniscono nel G-20 patrocinato dall’arabia Saudita, roccaforte del capitalismo finanziario che fa a meno della democrazia; e intanto si conclude ad Assisi quello che potremmo definire un vero e proprio controvertice mondiale, intitolato “L’economia di Francesco”, cui partecipano duemila giovani economisti, sindacalisti, imprenditori under 35. A RIAD, sotto l’egida del dispotico re Salman, si confrontano i governanti di 20 nazioni, una sola delle quali situata nel continente più povero (il Sud Africa).
Ad Assisi invece si esprimono la visione alternativa e le rappresentanze sociali di 120 paesi, in prima fila quelli penalizzati dall’iniqua distribuzione della ricchezza globale. Colpisce ma non stupisce il disinteresse manifestato dai media nei confronti dell’a ppun tamento di Assisi. Lo concluderà stasera papa Francesco e vi hanno preso parte alcuni fra i pensatori più autorevoli del nostro tempo, di cui evidentemente dispiace l’avvertimento: gli squilibri del sistema economico mondiale non reggeranno ancora a lungo lo strapotere del capitalismo finanziario, l’esplosione delle disuguaglianze sociali, il dissennato avvelenamento e surriscaldamento del pianeta. La contrapposizione dei due fotogrammi non potrebbe essere più evidente. Dopo l’esperienza dei forum sociali inaugurati nel 2002 a Porto Alegre e del movimento no- global, è venuta consolidandosi una visione teorica alternativa che sembra trovare, singolarmente, nel capo della Chiesa cattolica il suo inedito riferimento aggregatore.
Scherzando, ma non troppo, potremmo dire che Assisi si offre come la risposta più compiuta alle varie Davos, Aspen, Cernobbio, cioè alle sedi in cui il sistema di relazioni del neoliberismo cerca rammendi provvisori alla sua insostenibilità. Deve essere per questo che Assisi non viene presa sul serio da chi continua a credere che stiamo vivendo solo una crisi di passaggio, e che le attuali regole del mercato siano intangibili. Curioso assistere a un confronto in cui è il Papa a dover sfidare i dogmi del pensiero dominante. Si è già tirato addosso l’accusa di essere un comunista sovversivo per il solo fatto di aver chiarito che “la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto e intoccabile il diritto alla proprietà privata”.
Nella sua recente enciclica, “Fratelli tutti”, ha precisato il concetto: “Sempre, insieme al diritto alla proprietà privata, c’è il prioritario e precedente diritto della subordinazione di ogni proprietà privata alla destinazione universale dei beni della terra e, pertanto, il diritto di tutti al loro uso”. Questa è l’insopportabile violazione del dogma: che la proprietà privata possa venir subordinata alla destinazione universale dei beni, spettante a tutti, cioè anche ai poveri. Il direttore scientifico dell’appuntamento di Assisi è un italiano, lo storico dell’economia sociale Luigino Bruni, appassionato studioso delle esperienze di mutualismo cooperativo e comunitario dal Medioevo ai giorni nostri. La “rivalutazione della cura” all’ interno della società e dell’economia è la leva proposta per modellare il futuro. Così, inaugurando i lavori, il cardinale ghanese Peter Turkson se l’è presa direttamente con i neoliberisti e ha proposto il passaggio da “un’economia indirizzata al profitto che deriva dalla speculazione a un'economia sociale che investa nelle persone creando posti di lavoro e garantendo formazione".
Seguito dall'economista Jeffrey Sachs che definisce ormai insostenibile il modello statunitense di pompare denaro nel sistema. E dal premio Nobel del Bangladesh, Muhammad Yunus, secondo cui è preferibile un Pil più piccolo ma con minore concentrazione di ricchezza. Nel diffondere la pratica del microcredito, ha raccontato Yunus, "abbiamo fatto il contrario del sistema bancario: loro si rivolgono ricchi, noi ai poveri; loro agli uomini, noi alle donne; loro alle città, noi alle campagne; e funziona!". Sulla stessa lunghezza d'onda l'ecologista indiana Vandana Shiva, e una maratona di testimonianze da ogni continente. Soluzioni radicali che oggi appaiono le più realistiche. E stasera anche a Riad arriverà direttamente la voce di Francesco (Il Fatto Quotidiano)
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