Le straordinarie storie dei sacerdoti italiani vittime della pandemia
Un libro raccoglie le loro biografie e le loro storie di missione
Dal 1° marzo al 30 novembre 2020 sono 206 i sacerdoti diocesani italiani che muoiono a causa diretta o meno dell’azione del Covid-19. Questo il dato, freddo e duro. Lo ricorda Riccardo Benotti, caposervizio del SIR l’agenzia di informazione dei vescovi italiani. E per rendere questo dato meno freddo Benotti ha scritto un libro appena arrivato in libreria. “Covid-19: preti in prima linea”, edito da San Paolo ha due illustri prefazioni. Una del cardinale Bassetti che il covid l’ha avuto. E una del cardinale De Donatis anche lui malato nella prima ondata di marzo del 2020. Testimoni diretti come quelli di cui si parla nella prima parte del libro, poi ci sono le storie di chi si è messo al servizio senza tirarsi indietro nel momento di massima crisi. E le biografie di ciascuno dei 206 sacerdoti diocesani morti in Italia in questi nove mesi a causa del Covid-19. Il 4 marzo scorso, proprio il giorno che il libro veniva pubblicato, il cardinale Bassetti presidente della CEI ha celebrato una messa per le vittime del covid. “Non possiamo e non dobbiamo dimenticare i morti di questa pandemia: uomini, donne, anziani, giovani, sacerdoti e religiosi che sono stati strappati alla vita dalla violenza del virus”.
Ma chi erano questi sacerdoti che hanno dato la vita? La maggior parte erano anziani, ma erano figure di riferimento delle loro comunità. “Scorrendo le storie di questi uomini- scrive Bassetti- ho notato come tanti morti siano stati parroci o vicari per decenni nello stesso luogo, in un’esistenza segnata dalla “normalità” del sacerdozio. Che dolore per quelli venuti a mancare in Rsa o per complicazioni di malattie già in atto! Che testimonianza in chi è morto per restare accanto al popolo, accanto agli ultimi, come don Fausto Resmini, cappellano nel carcere di Bergamo”. Scrive De Donatis: “Durante il ricovero presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma, dopo aver contratto anch’io il Covid-19, ho sentito un forte senso di vicinanza spirituale e di compassione verso tutti coloro che stavano vivendo la malattia. Ricordo che in quei giorni ho vissuto un’esperienza straordinaria della potenza e dell’efficacia della preghiera che la comunità diocesana di Roma innalzava incessante al Signore per me e per gli altri ammalati. Ho sentito gli effetti diretti e vigorosi di questa supplica che mi sosteneva e consolava ogni giorno, non facendomi sentire mai solo, malgrado l’isolamento radicale del ricovero”.
A morire sono soprattutto i preti più anziani, con un’età media di 82 anni in linea con quella delle vittime di Covid-19 nella popolazione generale. Ma oltre 40 di loro hanno massimo 75 anni il 20% del totale, e 4 hanno meno di 50 anni. Se poi si guarda alla distribuzione geografica dd essere coinvolto è quasi un terzo delle diocesi: 64 su 225. Un altro dato fa riflettere: dal 1° marzo al 31 maggio 2019 sono morti 194 sacerdoti; nell’analogo arco temporale del 2020 ne sono scomparsi 310 con un aumento di circa il 60%. Nella prima parte del libro, sono raccontate quattro storie scelte. Con la vite dei sacerdoti si entra anche negli ambienti dove hanno svolto la loro missione. Come Don Marco Recalcati, cappellano nel carcere di San Vittore a Milano, o Don Luca Cappiello dell Ospedale “San Giovanni Bosco” a Torino. E poi c’è Don Fabio Marella, Presidente dell’Opera Diocesana Assistenza di Firenze, e Don Fausto Resmini Cappellano nel carcere di Bergamo. E c’è la storia di Don Giovanni Melis Parroco e poi assistente in parrocchia, diocesi di Nuoro. Muore a marzo del 2020, è tra i primi ad ammalarsi quando ancora non si sa che cosa deve succedere. La biografia di ogni vittima è accurata e racconta di un clero anziano ma molto attivo, diocesi per diocesi, città per città. Si comprende che si tratta di un clero anziano ma ancora attivo per delle comunità che spesso non hanno altro supporto. (AciStampa)
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