cronaca

Le conferenze episcopali regionali preparano il Consiglio Permanente

Redazione acistampa
Pubblicato il 21-01-2018

“Uno stimolo a tornare alle nostre radici e a guardare alla vita con fiducia”. Festa e attesa nella diocesi di Bergamo e nella piccola cittadina di Sotto il Monte, che gli ha dato i natali, per l’arrivo, dal 24 maggio al 10 giugno, dell’urna con la salma di Papa Giovanni XXIII, canonizzato il 27 aprile 2014 da papa Francesco insieme a Giovanni Paolo II.

 

“E’ per noi una gioia grande e una grazia speciale”, dice il vescovo, mons. Francesco Beschi: “pensare al santo Papa Giovanni XXIII che torna nella sua terra, mi ha fatto ricordare quanto lui disse, pochi mesi dopo l’elezione a Pontefice, in un’udienza ad un gruppo di bergamaschi: ‘Vi esorto a progredire sempre nella bontà, nella virtù, nella generosità, affinché i Bergamaschi siano sempre degni di Bergamo”. Tutta Bergamo e tutta la provincia si preparano a questo evento considerato storico (ne parleremo approfonditamente nelle prossime settimane, ndr). L’urna con la salma del santo arriva in anno ricco di anniversari: il 60 della sua elezione sul soglio di Pietro (28 ottobre 1958) e nel 55mo della sua morte avvenuta in Vaticano il 3 giugno 1963 oltre che il 50° del nuovo Seminario Vescovile, intitolato a Papa Giovanni.

 

In questa settimana i vescovi di alcune conferenze episcopali regionali si sono riuniti anche in vista del Consiglio Permanente della Cei che si aprirà lunedì pomeriggio con la prolusione del presidente, il card. Gualtiero Bassetti.

 

I presuli siciliani, riuniti a Palermo, sotto la presidenza dell’arcivescovo di Catania, mons. Salvatore Gristina, hanno assunto una serie di decisioni. I presuli “attenti ascoltatori del grido dei poveri”, si legge in una nota,  manifestano “convinta condivisione alla denuncia di quanti, anche presbiteri, hanno evidenziato la distanza tra il sentire della nostra gente e le prospettive di chi è interessato a salvaguardare i privilegi economici di pochi burocrati, a discapito di chi non ha un livello di vita dignitoso. Per parte loro le Chiese di Sicilia assicurano che continueranno a venire incontro alle diverse povertà, nelle forme suggerite localmente dalla fantasia della carità, utilizzando anche le risorse derivanti dai fondi dell’otto per mille che i contribuenti destinano alla Chiesa Cattolica”. I vescovi guardano, quindi, al mondo giovanile evidenziando le loro difficoltà e sottolineando come i ragazzi e i giovani sono “la ricchezza di un Paese, di una comunità. Non possiamo accettare che siano costretti ad andare altrove. È questa una priorità che dal punto di vista educativo e formativo, dal punto di vista sociale e da quello ecclesiale deve stare a cuore a tutti, ciascuno per le proprie competenze, ma tutti uniti in un impegno corale, che speriamo fecondo di bene”.

 

La Sicilia è una delle regioni chiamate a rinnovare l’assemblea regionale.  In vista di questo appuntamento – insieme alle elezioni politiche nazionali il 4 marzo - i vescovi siciliani invitano alla partecipazione politica: “tutti, scrivono nel comunicato finale, dobbiamo avere a cuore il presente e l’avvenire della nostra comunità, di ogni comunità di cui facciamo parte. Avere a cuore significa innanzitutto informarsi, cercare di capire, chiedersi cosa ciascuno di noi possa concretamente fare. Ovviamente c’è chi ha responsabilità più grandi, c’è chi ha possibilità di intervento maggiore, ma tutti possiamo fare qualcosa”. E in vista dell’appello rivolto contro la criminalità organizzata da Giovanni Paolo II nel 1993 – XXV anniversario - nella Valle dei Templi ad Agrigento hanno esaminato una bozza di messaggio da redigere e inviare alle comunità cristiane rilanciando l’eco di quel grido accorato del Santo Padre contro ogni forma di prevaricazione e violenza mafiosa per ribadire il messaggio evangelico di Gesù che è conversione, amore e perdono”. Assemblea dei vescovi anche in Lombardia questa settimana al Santuario di Caravaggio sotto la presidenza dell’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini. I vescovi lombardi si sono confrontati sull’Esortazione Apostolica post sinodale Amoris Laetitia di papa Francesco ed hanno assunto la decisione di inviare una lettera ai sacerdoti della Lombardia con le indicazioni per la ricezione del documento papale. Tra i tanti argomenti affrontati le lezioni regionali e nazionali: i presuli hanno intenzione di presentare, nelle prossime settimane, due documenti: un testo in vista delle elezioni amministrative e politiche del 4 marzo e una riflessione sugli enti socio sanitari e socio assistenziali di ispirazione cristiana.

 

I vescovi marchigiani si sono riuniti a Loreto per la loro sessione invernale sotto la presidenza dell’arcivescovo di Pesaro mons. Piero Coccia. Dopo la riflessione spirituale proposta dall'arcivescovo di Fermo, mons. Rocco Pennacchio, si è parlato del progetto Lab.Ora “mille giovani servitori del bene comune” promosso dall'associazione Laudato Si al quale potranno aderire in maniera autonoma le singole diocesi. Si è ricordato poi che il 15 febbraio si terrà a Loreto la Giornata regionale di spiritualità sacerdotale animata dall'arcivescovo di Bologna mons. Matteo Zuppi. E per  rendere più operative le relazioni con la Regione Marche i vescovi hanno incaricato l'Osservatorio Giuridico Legislativo Regionale di assistere in modo permanente il Presidente e la stessa Conferenza Episcopale Marchigiana nei contatti con le Istituzioni. I vescovi marchigiani hanno quindi eletto vice-presidente mons. Stefano Russo, vescovo di Fabriano-Matelica e segretario mons. Rocco Pennacchio, arcivescovo di Fermo. Mons. Russo, informa una nota, ha aggiornato i vescovi in merito alle procedure e alle problematiche della ricostruzione post-sisma. Viene sottolineata l'esigenza di chiarire regole e procedimenti amministrativi a livello regionale e dei locali uffici indispensabili per snellire il processo complesso della ricostruzione.

 

E in questa settimana in tutte le diocesi momenti di preghiera e celebrazioni nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e momenti di incontro e confronto, in vista della festa di san Francesco di Sales, con il mondo dei media locali.

 

E domani a Cremona l’aperura del Sinodo dei giovani. E dal momento che tutte le voci devono avere spazio il vescovo, mons. Antonio Napolioni ha deciso di varcare le porte del carcere perché nessuno resti inascoltato. Un giovane detenuto è stato scelto, riferisce il quotidiano “Avvenire” per presenziare a tutti gli incontri dell’assemblea (106 eletti) portando le istanze della casa circondariale. E in carcere ogni mese un incontro guidato dal presule

 

A Napoli l’appello a “lasciare cadere i coltelli” e aprire “le vostre mani!” come titola il numero di questa settimana del settimanale diocesano “Nuova Stagione” che, dopo gli episodi di violenza consumati in questi ultimi giorni da gruppi di minorenni e dopo la proposta avanzata dall’arcivescovo, Crescenzio Sepe, di costituire un tavolo permanente per affrontare concretamente le problematiche  e le devianze che purtroppo si verificano nel mondo giovanile, pubblica la “Lettera ai Giovani” tristemente e drammaticamente attuale, che il porporato, a pochi mesi dal suo arrivo a Napoli,  indirizzò a tutti i giovani, il 2 febbraio 2007, a seguito dell’uccisione a coltellate del sedicenne Luigi, a Santa Teresa degli Scalzi, per mano di un quindicenne.

 

Diocesi in festa ad Aqui Terme (Al) per la nomina del nuovo vescovo avvenuta ieri. Si tratta di mons. Luigi Testore, originario della diocesi di Asti ma trasferito nella diocesi di Milano.

 

“Ringrazio l’Arcivescovo per sue parole - ha detto mons. Luigi Testore” dopo l’annuncio dato da mons. Del Pini: “sono un po' preoccupato di lasciare questa città e Diocesi nella quale sono cresciuto e che mi ha formato e alla quale sento di esprimere la mia grande gratitudine. Ringrazio il Santo Padre per la fiducia e spero di poter seguire i suoi insegnamenti. La Chiesa locale cui sono chiamato è una piccola comunità ma ha una storia molto antica: è una delle primissime Diocesi forse la prima del Piemonte. Oltre alla cattedrale attuale fondata nel 1067 c'è né una più antica risalente ai primissimi secoli del Cristianesimo. È dunque un luogo ricco di storia e tradizione in cui sono ben lieto di potermi inserire”.


di Cesare Bolla

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