L'origine delle decorazioni natalizie
La storia delle palle di natale, delle luci, degli addobbi sull’albero
È già nelle case di ogni italiano. E’ già al centro di qualche salone, o posto all’ingresso, appena si entra. Luminoso, verde, luccicante. E’ l’albero di Natale. L’abete che rappresenta - assieme al Presepe - uno dei simboli più famosi del periodo che stiamo vivendo. Sopra l’abero, ecco spiccare belle e preziose, loro, le palle di Natale. Ma da dove nasce questa usanza? Questa tradizione che rinnoviamo ogni anno? Dobbiamo partire da lontano. Addirittura dall’epoca romana.
Il primo gennaio, infatti, in epoca romana si usava decorare le case con rami di conifere in onore del Dio Giano. Anche gli antichi popoli germanici, in particolare i Teutoni, festeggiavano il passaggio dall'autunno all'inverno: veniva piantato davanti alle case un abete ornato di ghirlande. Poi, veniva bruciato un enorme ceppo nei camini. Questo ceppo veniva scelto tra i migliori, preferibilmente di quercia (legno propiziatorio che simboleggia la forza e la solidità), ed era bruciato nelle case davanti alla famiglia al completo per 12 giorni consecutivi. Dal modo di ardere del legno venivano tratti presagi su come sarebbe stato l'anno successivo.
Arriviamo, ora, al Medioevo. Siamo lungo la valle del Reno, in Alsazia. Si diffonde l'abitudine di porre nelle corti delle Chiese, nel giorno del 24 dicembre, un albero ai cui rami pendevano delle mele, simbolo del frutto della tentazione di Adamo. Per imitare questi alberi del paradiso esposti nelle chiese, anche nelle case si iniziò dapprima a mettere dei rami d'abete sostituiti poi verso il XV secolo da piccoli abeti ornati allo stesso modo. Nel corso dei secoli la decorazione dell'albero si evolve e vengono aggiunte prima delle ostie, poi dei fiori in carta multicolore. Ecco comparire la prima forma delle palle di natale.
Man mano gli artigiani si specializzano e con del leggero metallo cromato confezionano dei fiori, angeli e stelle, che vanno ad arricchire le decorazioni dell'albero. Ci troviamo di fronte alle prime rudimentali forme di decorazioni natalizie. Pasta per dolci, zucchero e marzapane diventano i materiali preferiti. Arriveranno poi le figurine in cera: angeli decorati con lamine di metallo dorato argentato che fungeranno da ali. L'abete assume gradatamente anche un significato nuovo: è l’albero della vita, è Gesù il Salvatore che ha sconfitto le tenebre del peccato. Ecco spiegata l’introduzione delle luci sull’albero: prima candele accese e poi, con l’avvento dell’energia elettrica, luci di mille colori.
Ripercorrendo questi colori, queste tradizioni, viene così in mente quella poesia-filastrocca dell’intramontabile eterno bambino Gianni Rodari. Forse potrebbe essere un ottimo sunto di tutta una storia che ancora continua, nonostante la pandemia, nonostante le guerre: “Dove sono i bambini che non hanno l’albero di Natale con la neve d’argento, i lumini e i frutti di cioccolata? Presto, presto, adunata, si va nel Pianeta degli alberi di Natale, io so dove sta”.
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