cronaca

Isocontrolli, fratelli tutti facendo impresa

Elisabetta Reguitti Elisabetta Reguitti
Pubblicato il 11-12-2020

Si può essere “fratelli tutti” facendo impresa? L’esperienza imprenditoriale di Vincenzo Chianese e Raul Dall'Armellina merita di essere raccontata. Se non altro perchè questi due imprenditori (non benefattori) hanno voluto sperimentare un approccio imprenditoriale diverso rispetto anche, ad esempio, alle assunzioni dei loro attuali 16  dipendenti (età media 33 anni): il risultato sono i bilanci, la crescita in termini di guadagni oltre che fatturato; utili che dal 2006 vengono lasciati in azienda per permettere quella che Chianese definisce “crescita compatibile con la struttura”.

L’azienda non è una famiglia - ma una parte importante della vita di tutti - sottolineano i due soci della “Isocontrolli” società bresciana: una di quelle realtà italiane che stanno dietro ai grandi progetti come nel settore aerospaziale o di costruzione e automazione di impianti industriali.

Harouna Bance ha 22 anni ed è nato in Costa d’Avorio, guida con orgoglio la sua Panda gpl di colore rosso. “So che non è normale ciò che sto per raccontare - spiega il ragazzo addetto al magazzino - ma la mia prima macchina ho potuto comprarla perché i miei datori di lavoro mi hanno dato i soldi per l’acquisto. Denaro che restituisco un po’ per volta”: piano di rientro a tempo indeterminato a interessi, ovviamente, zero. Harouna andava al lavoro in bicicletta: Vincenzo e Raul hanno deciso che potevano sostenere quella spesa per fare in modo che il loro dipendente arrivasse in modo più agevole e meno faticoso. Semplice da dire, non così scontato da attuare, ma alla fine chi ha guadagnato non è solo Harouna.

Più o meno la stessa cosa è accaduta per A. G., in azienda dal primo ottobre 2019 oggi lavora insieme a Marco Girelli al settore logistico commerciale post vendita. Dopo 3 mesi dall’assunzione al posto dell’anticipo di busta paga (come aveva chiesto) gli è stata versata l’intera somma per l’acquisto di una nuova auto che avrebbe sostitutito la sua vecchia. “Vincenzo mi ha spiazzato quando mi ha detto che saremmo andati insieme in concessionaria e che avrebbe anticipato l’intera cifra per la nuova auto”.

Vincenzo e Raul non usano contratti di apprendistato. “La formazione per noi è quella in azienda, dal 2006 a oggi siamo cresciuti velocemente, inaspettatamente: con una seconda sede nella bergamasca, il fatturato complessivo si aggira intorno ai 7 milioni di euro. Avevamo bisogno di risorse umane - racconta Vincenzo - di giovani, non ci ha mai fatto paura l’idea di assumere. Il nostro progetto era quello di costruire una sorta di ciclo completo produttivo dei nostri componenti. Oggi, per riassumere di cosa ci occupiamo,  siamo fornitori di pezzi, di manutenzione e dei software utilizzati nei vari cicli industriali”.

Michael Bonera si occupa dei progetti elettrici e di automazione dei forni industriali: immersi nelle immagini al computer dei quadri elettrici di giganteschi altiforni montati in tutta Italia. Graziano Giacomini invece analizza complicato grafici e flussi: dati di analisi del funzionamento di taluni processi produttivi. È responsabile della gestione e analisi  dati provenienti dalle prove che la stessa società realizza su forni industriali.  Insieme a Marco Soncina, Fabio Coccoli e Fabio Bacchetti sono la squadra del servizio tecnico prevendita e installazione dei vari prodotti.

Piuttosto anomalo in questa storia è anche il modo con cui sono state fatte le assunzioni: non attraverso canali abituali come centri per l’impiego oppure agenzie di somministrazione lavoro - magari anche a tempo -  bensì rivolgendosi all’Associazione nazionale ragazzi emarginati: l’intento era dare una possibilità di lavoro a ragazzi con percorsi familiari complessi.

Una sfida nella sfida per i due imprenditori che a differenza di quanto ci si aspetterebbe da qualsiasi proprietario di azienda chiariscono come, nonostante entrambi siano genitori di una bambina e un bambino, il futuro della Isocontrolli vorrebbero fosse nelle mani di questi ragazzi. “Il mio sogno sarebbe che fossero loro a farla andare avanti - commenta Vincenzo - così potrei ritirarmi ai Caraibi”.

La responsabile dell’amministrazione è Erica Turrini aiutata da Lisa Ferrari mentre al commerciale ( emissione offerte e ordini ai fornitori) lavorano Claudia Ferrari e Lilia Scalvi mamma di due gemelli di 10 anni che può seguire perché in questa piccola realtà imprenditoriale la conciliazione dei tempi fra vita e lavoro non è solo uno slogan di intenti.

Ricavo, profitto, motivazioni e in alcuni casi anche riscatto sociale: componenti essenziali di questa che non è una famiglia ma una realtà industriale che funziona. “Competizione sì, rivalità no” sottolineano Vincenzo e Raul. E’ dunque davvero possibile praticare “l’amore sociale” a cui Papa Francesco fa riferimento nella sua eciclica definendolo: “Forza capace di suscitare nuove vie per affrontare i problemi del mondo d’oggi e per rinnovare profondamente dall’interno strutture, organizzazioni sociali e ordinamenti giuridici” e perché no, aziende.

Una sfida aperta. Una sfida con se stessi ma anche rispetto a tutti i cicli produttivi nell’epoca in cui siamo immersi di fronte a quell’unica certezza - ormai lo abbiamo capito tutti - che niente più potrà essere come prima.

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