In centinaia per l’addio al frate-studioso
Uomo di Chiesa e di cultura, uno studioso che si è speso fino all’ultimo per la formazione e la crescita di religiosi, sacerdoti e tanti laici. Era tutto questo padre Gerardo Cardaropoli, morto martedì nell’infermeria di Santa Maria degli Angeli di Nocera Superiore, stesso convento dove ieri si sono celebrati i funerali. La messa è stata presieduta dal vescovo di Nocera Inferiore-Sarno, monsignor Giuseppe Giudice, e concelebrata dal vescovo emerito di Salerno, monsignor Gerardo Pierro, e dal padre provinciale dei frati minori della provincia salernitano-lucana, Giuseppe Iandiorio, alla presenza di centinaia tra sacerdoti e frati e del vescovo di Tripoli, monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli. Bracigliano, che gli aveva dato i natali il 20 giugno 1924, l’ha riaccolto.
«Essere cristiani non per tradizione, ma per convinzione», era la frase che il religioso amava spesso ripetere. Un concetto che ha portato in giro per il mondo. È stato in Africa, Belgio e Francia. «Essere credenti non secondo me, ma secondo un’ecclesiologia del Concilio vaticano II», così monsignor Giudice ha tradotto l’esperienza di padre Cardaropoli. Teologo di valore, «studioso puro, perché ha sempre abbinato lo studio e l’insegnamento a una fervida attività di evangelizzazione», ha ricordato padre Iandiorio, padre Cardaropoli è stato dal ’78 all’ ’84 rettore della pontificia università Antonianum di Roma.
Negli anni romani è stato animatore del consiglio pastorale del vicariato, su indicazione del cardinale Poletti, e nella commissione Cei per l’ecumenismo. Il suo libro “Introduzione al cristianesimo” fu scritto in parallelo con quello dell’allora professor Joseph Ratzinger. In molti ricordano quando, dopo il terremoto del 1980, diceva: «Abbiamo costruito le chiese, adesso dobbiamo costruire la Chiesa». Esortazione valida ancora oggi. È stato rettore del seminario metropolitano di Pontecagnano e animatore di tante iniziative in tutta la provincia.
Padre Vincenzo Ippolito, al termine dei funerali, ha letto il suo testamento spirituale. Un rendimento di grazie e di lode: «Benedici il Signore anima mia, quanto è in me benedica il tuo santo nome». Infine, il mandato a chi resta: «Pregate per un mondo umano, anche se umano non è». (La Città di Salerno)
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