Il silenzio della Pasqua ad Assisi
A squarciarlo il grido d'allarme dei commercianti
La Pasqua ad Assisi sarà stranamente silenziosa, e senza molte delle tradizionali celebrazioni. A squarciare il silenzio gli imprenditori di cinque "città santuario" che per la prima volta scenderanno in piazza, in contemporanea, per rappresentare "il loro dramma e la loro enorme preoccupazione per il futuro". Lo faranno il 2 aprile, Venerdì Santo, quando centinaia di commercianti, ma anche operatori turistici, di Assisi, Cascia, Loreto, Pompei e San Giovanni Rotondo si uniranno in un una protesta "pacifica e nel rispetto delle regole, ma estremamente determinata", di chi "non si arrende a morire nell'indifferenza". L'iniziativa è di Confcommercio Assisi, che ha coordinato la protesta delle realtà imprenditoriali "stremate dalla crisi economica".
L'appello delle piccole imprese delle cinque città santuario, al Governo e ai parlamentari delle regioni coinvolte, è "di creare le condizioni perché gli aiuti arrivino davvero, in forma rapida e coerente con il danno subito in questo lunghissimo anno con incassi zero". "Siamo dimenticati tra i dimenticati", dicono. Le manifestazioni, coordinate dalle articolazioni territoriali di Confcommercio si terranno ad Assisi, in piazza del Vescovado, a Cascia, a Roccaporena, a Loreto, in piazza Giovanni XXIII, a Pompei, in piazza Bartolo Longo, e a San Giovanni Rotondo, nel piazzale antistante la chiesa conventuale santuario Santa Maria delle Grazie. "La filiera legata al turismo è allo stremo", dice Confcommercio. "Da Assisi, Cascia, Loreto, Pompei e San Giovanni Rotondo - spiega l'organizzazione -, le piccole imprese chiedono per se stesse e per tutti i colleghi d'Italia un'attenzione particolare. Occorre un intervento speciale, immediato e strutturale. Queste preziose, piccole città non si arrendono a diventare buie scatole vuote". (ANSA).
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