Il dissenso garbato di Valerio (GUARDA IL VIDEO)
Il coraggio di un giovane garbato, quando i giovani ti sorprendono
Per i nostri lettori vogliamo dare risalto a questa manifestazione di "dissenso garbato" da parte di un giovane di 15 anni che con simpatia e naturalezza ha voluto far arrivare il proprio pensiero direttamente al ministro dell'interno Matteo Salvini. A prescindere dal fatto in sé,questi sono i giovani che ci piacciono: garbati, con proprie idee, voglia di esprimerle e, in questo caso, esprimerle con simpatia.
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Vi proponiamo l'intervista concessa dal giovane a Repubblica:
CAGLIARI - "Più accoglienza, più 49 milioni": appena sei secondi. È il video selfie fulminante di Valerio, ragazzo di 15 anni di Tula, venti chilometri da Ozieri – sede di uno dei comizi di ieri in Sardegna del leader della Lega e anche del suo liceo classico.
Ciuffo al vento e sorriso sicuro ha immortalato se stesso insieme al ministro dell'Interno.
Com'è andata?
"Ieri mattina – quando sono arrivato in pullman con gli altri studenti – non pensavo certo a tutto ciò. Avevo un'ora buca e insieme a tre compagni abbiamo deciso di raggiungere piazza Cantareddu, dove c'era Salvini. Era un'opportunità, ho pensato... Quando siamo arrivati erano le 11.20, stava per finire".
E cos'è successo?
"Mi sono messo – educatamente – in fila per i selfie. C'erano circa cento persone. Poi è arrivato il mio turno".
Era uno sfottò programmato? "No, per nulla. Mentre aspettavo cercavo di elaborare un modo – sempre educato – per esprimere il mio dissenso. Che fosse breve, conciso e schietto: una frase, poco più".
E quando è toccato a te?
"Ho attivato la modalità video selfie già da prima. Gli ho chiesto il permesso – che mi ha dato - e ho detto: 'Più accoglienza, più 49 milioni'. E poi: 'Grande'. E ci siamo lasciati così, ho abbassato lo smartphone e sono andato via".
E lui?
"È rimasto spiazzato, non ha avuto il tempo di realizzare. Non se l'aspettava. Anche lui si è allontanato, poi non l'ho più visto".
Perché l'hai fatto?
"Ho avuto l'occasione di esprimere la mia davanti a lui in modo corretto, senza insulti, offese né contestazioni plateali. E l'ho fatto. Poi – certo – ha avuto una diffusione che mai avrei immaginato".
Cioè?
"Ho mandato il video nella chat di famiglia. Da lì è stato inoltrato ancora, senza controllo. Nonostante mia madre avesse proibito a chi gliel'aveva chiesto la diffusione su Facebook, qualcuno l'ha pubblicato lo stesso. Ed è diventato di tutti, l'ho rivisto ovunque. Anche se io non ho nemmeno un profilo".
Pentito?
"No, anzi. È stato un modo concreto per realizzare il diritto di libera espressione. Prendo il lato buono: il video è visto da tanti e può esser commentato, magari può stimolare qualche riflessione". Sei interessato alla politica? "Sì: sia a quella nazionale, sia a quella regionale. Mi informo su internet, ma leggo anche i giornali".
MONIA MELIS
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