cronaca

Giornata Mondiale dell'Acqua, l'impegno della Santa Sede

Andrea Gagliarducci Unsplash
Pubblicato il 22-03-2021

Per le strutture aderenti, una valutazione dettagliata sulle condizioni dell’acqua

L’acronimo è WASH, e significa accesso all’acqua potabile, ai servizi sanitari e all’igiene. Non è una questione di poco conto, specialmente in tempi di pandemia, perché ci sono aree nel mondo in cui l’acqua potabile o l’igiene personale sono un obiettivo difficilissimo da raggiungere. La Santa Sede si sta impegnando a farlo nelle sue strutture, e ha lanciato già dallo scorso anno un programma di valutazione, gestito dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che mira a fornire e utilizzare acqua pulita. Il Dicastero ne ha dato l’annuncio alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Acqua.

Un appuntamento che Papa Francesco ha ricordato anche al termine dell'Angelus di oggi. Ma l’impegno del dicastero è parte di un lavoro più a lungo termine, culminato con la pubblicazione Aqua, Fons Vitae, ma presente in moltissimi interventi, studi e lavori di advocacy nelle organizzazioni internazionali in tutto il mondo. Questo lavoro, unito allo straordinario network della Chiesa composto dalle congregazioni religiose, dagli uffici Caritas e dall’impegno dei vescovi locali, ha portato al progetto di garantire adeguate condizioni WASH.

Il Progetto WASH è stato concepito dal Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale con, appunto, congregazioni, vescovi, Caritas Internationalis, ma anche Global Water 2020. Annunciato lo scorso anno in una lettera circolare a tutti i vescovi, il progetto ha avuto la risposta di circa 150 strutture (da dispensari ad ospedali) distribuite in 22 Paesi. Queste strutture vengono ora sottoposte ad una valutazione dettagliata, con stima dei costi per migliore le condizioni igienico sanitarie di queste strutture in maniera sostenibile. Va da sé che ci sono luoghi in cui le problematiche sono grandissime, e luoghi dove invece si tratta di fare solo alcuni piccoli accorgimenti.

Il Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale sottolinea che “l'importanza delle misure igieniche è diventata ancora più evidente a causa del COVID-19. Senza acqua e adeguate procedure igieniche miliardi di persone sono a rischio”. In prima linea in questo impegno ci sono i Fratelli Ospedalieri di San Giovanni di Dio, noti come Fatebenefratelli, che gestiscono 400 centri di assistenza sociale e sanitaria in 52 Paesi. Dopo la valutazione e la stima dei costi, ci saranno gli interventi di aggiustamento, che – sottolinea Aloysius John, segretario generale di Caritas Internationalis - aiuteranno “a prevenire la diffusione di nuove malattie e a garantire un'assistenza dignitosa ai pazienti nelle strutture sanitarie. In tutto il mondo, molte organizzazioni locali della Caritas gestiscono programmi simili assicurando che le parrocchie, le comunità, i centri sanitari e le scuole abbiano i mezzi per proteggere la salute di coloro che servono".

La presidente dell'Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche (UMOFC), María Lía Zervino, ha affermato: "L’appello del Dicastero è fondamentale. Le donne membri della UMOFC, che lavorano instancabilmente a livello di base nei vari continenti, prendendosi cura delle famiglie svantaggiate, dei senzatetto e degli anziani vulnerabili al COVID-19, sono testimoni del terribile bisogno di acqua potabile, che già mancava anche prima della pandemia nelle aree ad alto rischio sociale. Senza investimenti per garantire che il diritto umano all'acqua potabile sicura sia disponibile anche per i più bisognosi, tutti gli sforzi per educare alla salute saranno vani".

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