Decessi in calo se ci fossero misure contro inquinamento atmosferico
La relazione della Commissione Ue
Il numero di morti premature per inquinamento atmosferico potrebbe ridursi di circa il 55% nel 2030 rispetto al 2005, se gli Stati attuassero tutte le misure europee approvate in materia di inquinamento dell’aria. Lo dice oggi la “Seconda relazione sulle prospettive della qualità dell’aria” pubblicata dalla Commissione Ue. I benefici di alcune norme sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico supererebbero inoltre i costi della loro applicazione, se fossero attuate correttamente, e “contribuirebbero ad aumentare il Pil nel lungo periodo”.
Il calcolo della relazione è di un costo annuale di circa 1,4 miliardi nell’Ue, con benefici quantificabili tra gli 8 e i 43 miliardi di euro l’anno e una crescita del Pil tra lo 0,15% e l’,13%. Secondo Virginijus Sinkevičius, commissario per l’ambiente, il messaggio “è chiaro: un’ulteriore riduzione dell’inquinamento atmosferico salverebbe più vite, ridurrebbe la pressione sugli ecosistemi e sarebbe economicamente sana”. Ed è la strada imboccata dalla Commissione con il Green deal e “la nostra ambizione di inquinamento zero”. Se tutti i Paesi attuassero pienamente tutta la legislazione esistente, “la maggior parte degli Stati membri sarebbe in grado di rispettare gli impegni di riduzione delle emissioni entro il 2030 per quattro dei cinque inquinanti atmosferici regolamentati dalla direttiva sugli impegni nazionali di riduzione delle emissioni”. Resta come elemento problematico la riduzione delle emissioni di ammoniaca (il 90% provenienti dal settore agricolo). (Agensir)
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