Covid e diseguaglianze: nei Paesi poveri 9 persone su 10 senza vaccino
I più ricchi, il 14% della popolazione mondiale, si sono già assicurati il 53% della fornitura globale
La corsa è appena cominciata, ma già si sa chi taglierà il traguardo per primo. I Paesi più ricchi hanno la meglio anche nella lotta al Covid19, poiché sono riusciti, denuncia la People’s Vaccine Alliance, ad “accumulare dosi sufficienti a vaccinare la loro intera popolazione quasi tre volte entro la fine del 2021, se i vaccini attualmente in sperimentazione clinica saranno tutti approvati per l'uso”. Nelle nazioni tra le più povere, potrà essere vaccinata solo 1 persona su 10, a meno che non si faccia in modo di produrre “le dosi necessarie a soddisfare il reale fabbisogno mondiale”.
La cura dovrà essere un bene pubblico e globale
Oxfam e le altre organizzazioni della People’s Vaccine Alliance, coalizione impegnata in una campagna volta a ottenere un vaccino per tutti in ogni luogo del mondo, forniscono chiari esempi: un Paese come il Canada si è assicurato dosi sufficienti a vaccinare la propria popolazione quasi 5 volte, l’Unione europea 2,3 volte. Il che segna senza dubbio “un’enorme disuguaglianza nell’accesso al vaccino, che è il principale strumento per debellare la pandemia”. L’appello è urgente ed è rivolto ai diretti interessati: governi e case farmaceutiche, affinché rendano “il vaccino un bene pubblico globale”. Il 14% della popolazione mondiale, la fetta più ricca, avrebbe già acquistato il 53% “di tutti i vaccini più promettenti finora”. A fronte di questo, “67 paesi a reddito medio-basso e basso rischiano di essere lasciati indietro”, indipendentemente dal numero dei contagi, se si considera che in Kenya, Myanmar, Nigeria, Pakistan e Ucraina, si sono registrati “quasi 1,5 milioni di contagi”. “Senza un’inversione di marcia – è la denuncia di Oxfam - miliardi di persone in tutto il mondo non riceveranno un vaccino sicuro ed efficace contro il Covid-19 negli anni a venire".
Si mettano da parte tutti gli interessi economici
E’ da qui che parte la richiesta alle case farmaceutiche, perché vengano condivise tecnologie e diritti di proprietà intellettuale, “aderendo all’iniziativa Covid-19 Technology Access Pool, promossa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità”. I governi, invece, vengono sollecitati a fare “tutto ciò che è in loro potere per garantire che i vaccini Covid-19 diventino un bene pubblico globale, distribuito equamente, in base ai bisogni e somministrato gratuitamente alla popolazione”. Con l’acquisto della stragrande maggioranza della fornitura mondiale di vaccini, sottolinea ancora l’Alleanza, “i paesi ricchi violano i loro obblighi in materia di diritti umani”. Senza un’inversione di marcia, è l’avvertimento, “miliardi di persone nei Paesi a basso e medio reddito saranno tagliate fuori per gli anni a venire”, pertanto “questa pandemia richiede soluzioni globali e il mettere da parte gli interessi dell’industria farmaceutica”.
Il Papa: vaccino anti-Covid per tutti, non si discrimini sui farmaci
Una chiamata ad agire per cambiare il mondo “ingiusto per i poveri e i più vulnerabili”, l’aveva lanciato lo scorso 19 agosto il Papa durante l’udienza generale. Francesco aveva chiesto il vaccino anti-covid per tutti , evidenziando il rischio che si potesse dare “la priorità ai più ricchi”. Il Papa era poi ritornato sulla necessità di non discriminare sui farmaci e di aprire a tutti l’accesso alle cure un mese dopo, il 19 settembre, quando aveva lanciato "la proposta di globalizzare la cura”.
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