Così il Terzo settore scende in campo per affrontare l'emergenza
L'operato della Fondazione Sant'Orsola
«È stata una decisione sofferta allontanarmi dalle mie figlie e da mio marito», Nadia Grillo, infermiera. «Anche a casa, in famiglia, per ridurre i contatti con i miei cari ho preferito dormire in garage», Pietro Anobile, operatore socio sanitario. «Ho 25 anni. sono qui a Bologna da meno di un anno e vivo da sola, a 400 km dalla mia famiglia. Dopo essere risultata positiva al Covid ho contattato la Fondazione», Marina Di Crescenzo, ostetrica.
Sono sempre più numerosi i sanitari del policlinico di Bologna che vengono contagiati dal Covid 19 e che la fondazione S. Orsola aiuta fornendo loro un alloggio, per evitare il contatto con i famigliari. È uno dei servizi messi in campo dalla onlus, che è nata solo nel marzo 2019 ma si è trovata subito proiettata nell'emergenza coronavirus. In primavera, ha lanciato anche 'Più forti insieme', una campagna che coinvolge tutta la città di Bologna, con 19mila donatori e permette l'accoglienza in albergo per i sanitari neoassunti, che arrivano in città per combattere la malattia. «Abbiamo acquistato attrezzature e dispositivi di protezione per un milione di euro - spiega il direttore Stefano Vezzani - oltre a mettere a disposizione voucher, alloggi, corse in taxi, di tutto di più».
Dal primo ottobre è aperta anche una foresteria che allevia il disagio di chi arriva da lontano per lavorare al policlinico. «In questi giorni così difficile la Fondazione è davvero l'uomo in più in campo» commenta a questo proposito il direttore sanitario Luca Lavazza. La onlus bolognese è sostenuta da Granarolo, Faac, Illumia, Bcc Felsinea, Open Group, Iba, Dei, Sirio e Iema. La nuova emergenza ha messo le ali al terzo settore. A Roma, la Robert F. Kennedy Foundation of Italia Onlus sta sostenendo la Fondazione Bambino Gesù Onlus nell'acquisto di migliaia di kit per l'esecuzione di tamponi molecolari per la ricerca del virus SARS-CoV 2. Il Bambino Gesù è centro di riferimento regionale per la gestione dei casi Covid tra i bambini ed è impegnato fin dall'inizio della pandemia in una intensa attività di verifica dei casi sospetti. Analogamente, a Milano, la fondazione De Gasperis ha promosso una nuova raccolta fondi online dopo aver acquistato, in primavera, 26.000 mascherine FFP2/FFP3 e 600 tute protettive riutilizzabili per il dipartimento cardiologico dell'Ospedale Niguarda.
Come commenta Massimo Torre, Direttore del Dipartimento Cardiotoracovascolare dell'Ospedale Niguarda: «La Fondazione A. De Gasperis ci ha permesso di ricevere materiale prezioso in un momento in cui i bisogni crescevano di giorno in giorno. In quel momento i privati e le fondazioni sono stati importanti. E ancora una volta la 'nostra' Fondazione si è rivelata un partner determinante nel consentire ai colleghi sul campo di garantire agli operatori e ai pazienti uno standard di cura e di sicurezza ottimale». Nel grande ospedale metropolitano nei primi mesi dell'anno erano stati resi operativi quasi 400 posti letto dedicati a pazienti con covid-19, di cui circa 120 di terapia intensiva, a partire da una dotazione iniziale di 33. Il Pronto Soccorso, nei momenti più difficili, accoglieva una media di 100 pazienti al giorno, il 90% dei quali per sospetta infezione da coronavirus e con grave compromissione delle funzioni respiratorie. Ora la situazione è nuovamente drammatica. (Avvenire)
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