cronaca

Con Sant'Egidio è Natale per tutti

Mario Scelzo Mario Scelzo
Pubblicato il 14-12-2020

Quest'anno non ci sarà il pranzo, ma altre iniziative

Si avvicina il Natale, il tempo delle feste. Quante volte la gente si chiede 'Cosa posso comprare?' Cosa posso avere di più? Chiediamoci piuttosto: cosa posso dare agli altri, per essere come Gesù, che ha dato se stesso, nato proprio in quel presepio? Quanta gente passa la vita solo ad accumulare, pensando a stare bene più che a fare del bene. Ma com’è vuota una vita che insegue i bisogni, senza guardare a chi ha bisogno! Se abbiamo dei doni, è per essere doni”.

Queste parole, pronunciate da Papa Francesco lo scorso 15 novembre in occasione della Giornata Mondiale dei Poveri, ci aiutano a comprendere il vero senso del Natale, da vivere non come festa intimistica ma come momento di condivisione fraterna, verso tutti ma specialmente verso i nostri fratelli in difficoltà, per vivere appieno quella “opzione preferenziale dei poveri” di cui ci ha parlato il Concilio Vaticano II.

Uno splendido esempio della Chiesa dei poveri e per i poveri è rappresentato dal Pranzo di Natale della Comunità di Sant’Egidio, una festa, iniziata nel 1982 con 20 persone bisognose sedute a tavola nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, che negli anni si è andata allargando, come per un benefico contagio, e ha raggiunto anche tanti paesi nel Nord e nel Sud del mondo. Nel 2018 ad esempio si sono sedute alla tavola della festa più di 240.000 persone, in 600 città di 78 differenti paesi.

Quest’anno, purtroppo, le misure di sicurezza imposte dalla pandemia del Covid-19, non permetteranno di riunirsi attorno al tavolo della festa, non per questo però la Comunità nata a Trastevere ha voluto rinunciare a questa bella e felice tradizione. Pochi giorni fa, tramite una conferenza stampa, il Presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo ha spiegato le novità di quest’anno.

“Non ci sarà il pranzo come lo abbiamo sempre conosciuto, con le sue grandi tavolate, perché la pandemia non lo permette. Sarà invece un #natalepertutti – come rilanciato sui social – con distribuzioni capillari di pasti, spese e regali, per donare a tutti il calore del Natale. A tutti coloro che sono toccati dalla crisi, agli anziani degli istituti, ai carcerati, alle persone sole. Si preannuncia una grande sorpresa nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, dove si tenne il primo pranzo nel 1982. In un tempo in cui si parla e si vive troppo spesso all’insegna della contrapposizione e dello scontro vogliamo offrire un’immagine che è già realtà in tante parti del nostro Paese e rappresenta il volto umano delle nostre città italiane. Ma è una realtà che proponiamo anche in Europa e negli altri continenti: una grande festa della generosità aperta a tutti. Vorremmo che si vivesse così ogni giorno dell’anno e crediamo sia possibile dato l’alto numero di persone che si è unito a noi in questo Natale contribuendo ad allargare la famiglia umana a chi ha bisogno".

Concretamente, il #natalepertutti si svilupperà seguendo alcune “linee guida”: visite a domicilio nel periodo di Natale agli anziani soli, distribuzione (come di consueto) della cena ai senza fissa dimora presso le stazioni nella sera del 24 (tramite l’ormai collaudato sistema delle monoporzioni chiuse in busta), un momento di festa, diffuso in diversi luoghi della città, nella giornata del 25. Ognuno riceverà un pasto abbondante ed un regalo, ma soprattutto nessuno sarà lasciato da solo. 

Sempre Impagliazzo, nel corso della conferenza stampa, ha sottolineato il risultato raggiunto dalla Commissione assistenza anziani guidata da monsignor Vincenzo Paglia; con una circolare approvata dal Comitato tecnico scientifico e inviata ieri mattina alle Rsa e alle case di riposo, il ministro della Salute Roberto Speranza ha dato il via libera alle visite ai malati di coronavirus. Ovviamente le visite saranno consentite rispettando dei rigidi protocolli di sicurezza, ma si tratta di una vera boccata di ossigeno per tanti anziani che da mesi vivono un totale e completo isolamento, e sappiamo quanto a volte un sorriso sia più potente di una medicina.

Concludendo la conferenza stampa, il presidente della Comunità di Sant’Egidio ha evidenziato la carenza di strutture di accoglienza dedicate ai senza fissa dimora ed ha rivolto un appello al Prefetto di Roma per una cabina di regia che aiuti i poveri, italiani e stranieri, già colpiti dalla pandemia e ora minacciati dall’arrivo del freddo. A giorni la Comunità riaprirà (in collaborazione con l’Elemosineria della Santa Sede) la chiesa di San Calisto per l’ospitalità notturna, ed altri posti a Roma saranno resi disponibili grazie alla collaborazione con la comunità di San Paolo, ma c’è bisogno di uno sforzo ulteriore da parte di tutti, cittadini ed istituzioni, per rendere meno dura la vita di chi vive per strada.

 

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