cronaca

Bambini in fuga dai Balcani, nascosti sui tir sognando la Ue

Stefano Giantin Ansa
Pubblicato il 01-02-2021

Ragazzini in fuga da guerre e privazioni

Gli ultimi sono stati scoperti rannicchiati tra pile di pneumatici, stipati in un autoarticolato partito dalla Serbia e fermato giovedì sera alle porte di Monza. Erano sei, tutti afghani, quattro di loro tra i 13 e i 16 anni, provati dal lungo viaggio ma salvi, sorpresi di ritrovarsi in Italia dopo quattro giorni trascorsi sotto un telone, dopo otto mesi di peripezie dall' Afghanistan all'Europa. A fine dicembre era stata la volta di altri cinque afghani, tre dei quali sotto i diciotto anni, scoperti nei pressi di Perugia nel rimorchio di un autocarro in arrivo dalla Romania.

A novembre, quattro migranti individuati a Cremona, in arrivo dalla Slovenia. A maggio, l'ennesimo episodio con minorenni afghani, giunti addirittura dalla Grecia via Balcani, fino a Piacenza. E in passato casi simili vicino a Torino, con altri profughi sempre nascosti a bordo di un camion. Sono alcune tessere di un puzzle che descrive solo la punta di un possibile iceberg. È quello di giovani - spesso poco più che bambini - che dai Balcani, collo di bottiglia delle migrazioni verso l'Europa più ricca, cercano in tutti i modi di arrivare nel cuore della Ue, anche a rischio della vita.

Sono migranti e profughi ragazzini, in fuga da guerre e privazioni, in cerca di salvezza o semplicemente di un futuro, nell' infinita dolorosa odissea che dai Paesi d' origine li conduce in Turchia, Grecia e poi nei Balcani, dove tantissimi rimangono bloccati in condizioni terribili, in campi inadatti all' accoglienza o addirittura all' addiaccio. Molti riescono però a farcela, a eludere i controlli e ad arrivare a destinazione, Italia inclusa, utilizzando proprio i camion.

«Non è una novità, il fenomeno è presente da quando la Rotta balcanica è sigillata» da controlli più stringenti, spiega Gordan Paunovic, dell'organizzazione Info Park, da anni in prima linea in Serbia nell' assistenza ai profughi in transito e attento osservatore della questione migranti. I camionisti sono solo strumenti, nella stragrande maggioranza dei casi inconsapevoli, consci che rischiano «multe draconiane o persino il carcere per il trasporto di irregolari». Migranti che però riescono a fare da soli. Accade che «alle stazioni di servizio», ad esempio, «taglino il telone e si infilino nei rimorchi» e lo stesso succede sui vagoni merci, in stazioni ferroviarie poco controllate, racconta l' attivista.

Fra di loro ci sono sicuramente anche ragazzini. Molti sono stati scoperti in Romania alla fine dell' anno scorso, mentre tentavano in questo modo di entrare in Ungheria, su minibus e Tir, uno diretto in Belgio. Ma si può parlare di stillicidio di casi simili, per tutto il 2020, in Macedonia del Nord, Slovenia, Croazia. E in Serbia, dove solo fino all'agosto scorso sono stati 650 i profughi di tutte le età scoperti nascosti in Tir durante i controlli di frontiera.

I migranti più giovani, in particolare i minorenni «non seguono necessariamente le rotte tradizionali, prese dai più anziani, cercando di varcare la recinzione con l'Ungheria dalla Serbia» attraverso tunnel scavati nel terreno, un escamotage «troppo costoso per loro».

I più giovani essendo invece «di corporatura più minuta, riescono a infilarsi nei camion dove c' è uno spazio esiguo e persino nelle cisterne», una scelta ancora più azzardata, spiega Paunovic. «Da anni i camion sono il mezzo di trasporto privilegiato per i migranti, inclusi i minorenni», conferma anche una fonte autorevole del terzo settore, operativa in Bosnia, dove da mesi è in corso una vera e propria crisi umanitaria per la disastrosa assistenza riservata ai profughi... (La Stampa)

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