cronaca

'O la smette o gli spariamo in bocca', le minacce della 'ndrangheta al giornalista Tizian

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

«O la smette o gli spariamo in bocca». Così due degli arrestati nella maxi-operazione anti-`ndrangheta della Gdf di Bologna, parlano al telefono del giornalista della Gazzetta di Modena, Giovanni Tizian. Nell'intercettazione di fine 2011 quello che è ritenuto il capo dell'organizzazione, Nicola Femia, si lamenta con un faccendiere, Guido Torello, di articoli pubblicati su di lui.


«In mezza pagina parla di me questo giornalista, ed è già la seconda volta in due anni. Dice...un esponente della `ndrangheta, poi questa cosa dei giochi..», dice Femia a Torello nella telefonata registrata. E il faccendiere si mette subito a disposizione: «Va bene, mi dici come si chiama il giornale e il nominativo. E lo facciamo smettere immediatamente. Ci penso io, ce l'hai copia?». E aggiunge: «Ti dirò che c'è un giornalista che rompe le balle ad una persona che mi sta aiutando, poi ti diro chi è. O la smette o gli sparo in bocca, perché è una persona che mi sta dando una mano».


Poi riferito a Tizian, che ora è sotto protezione: «Questo è qui è una persona che o gli stai sul culo...». Quindi quando Femia gli accenna dei contenuti degli articoli usciti sulla Gazzetta di Modena e scritti da Tizian, Torello taglia corto: «Vedi che glielo faccio dare in bocca, glielo faccio dare in bocca. Ti spiego: sappi una cosa, che ci sono due poteri oggi in Italia, la magistratura e i giornali». E Femia: «Eh lo so, il giornale è peggio della magistratura». (La Stampa)

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