“Carta di Assisi” sempre più esempio di azione quotidiana
“Non scrivere degli altri quello che non vorresti fosse scritto di te...”, questo il principio guida della cosiddetta “Carta di Assisi” il documento siglato da credenti e non credenti, giornalisti e religiosi, donne e uomini impegnati ad usare le parole come stimolo alla conoscenza e non come pietre da scagliare contro le differenze e le diversità.
Quei principi stanno diventando azione nella pratica quotidiana di insegnati, studenti, associazioni laiche e religiose disseminate in ogni angolo d’Italia.
La riprova è arrivata a Cava dei Tirreni durante la presentazione del libro “Francesco il ribelle” di Padre Enzo Fortunato, in una sala attenta e segnata dalla presenza di decine e decine di giovani e di giovanissimi.
In una Italia martoriata da egoismi e da razzismi, questi ragazzi sono rimasti affascinati dalla capacità di Francesco di “Ribellarsi”ai luoghi comuni, ai conformismi, di parlare attraverso i gesti: dall’incontro con Il Sultano all’abbraccio ai lebbrosi.
Il radicalismo di Francesco, ben analizzato nel libro, é anche la capacità di ridurre la comunicazione all’essenziale, di ridurre il peso delle parole e di accrescere quello delle azioni esemplari e ,spesso, in contrasto con lo “Spirito del tempo”.
Osservazioni e spunti che dovrebbero suggerire,anche a chi ha scelto la professione del giornalista, di riflettere prima di scrivere, di non arretrare di fronte alle convenienze e ai poteri, ma anche di rispettare la dignità di ogni essere umano, specie di quella dei più deboli e dei più poveri.
Per questo da Cava dei Tirreni, con la condivisione di tutti i presenti, del presidente della associazione dei giornalisti Emiliano Amato, del vescovo monsignor Soricelli, del sindaco Servalli, è stata presa la decisione di aprire una grande discussione sui valori racchiusi nella carta, di raccogliere osservazioni e integrazioni, di diffonderla ovunque con l’obiettivo di presentarla in modo formale il prossimo 7 ottobre alla fine della storica marcia della pace da Perugia ad Assisi.
Rimossa dalla Tavola della Pace insieme alla comunità francescana del Sacro Convento. Quel giorno, dalla Rocca della città del dialogo e dell’incontro tra le differenze che cercano una sintesi, risuoneranno gli impegni di chi crede nella parola come strumento di accoglienza, di fraternità, di inclusione.
Un grazie a chi, ogni giorno, non cede alla logica della disperazione e al cupo pessimismo e continua, invece, ad organizzare luoghi e spazi di incontro, di confronto, di educazione alla legalità e alla condivisione. Grazie a Cava dei Tirreni.
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