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Un’ecologia integrale. Dovremmo riconsiderare il rapporto con il mondo che ci circonda

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

A volte le religioni hanno elaborato una visione frammentata del mondo. Spesso al centro della riflessione filosofico-teologica è stato posto l’essere umano, come se bastasse centrare l’attenzione su di lui per interessarlo in qualche modo al mondo che lo circondava. È quello che papa Francesco definisce nella Laudato si’ “eccesso antropocentrico” (116).

In verità questa centralità dell’uomo non ha sempre maturato un senso di responsabilità nei confronti del creato, anzi ha prodotto una convinzione di onnipotenza, come se il resto degli esseri viventi animati e inanimati fossero alle sue dipendenze, intendo della sua volontà di bene oppure dei suoi capricci e del suo senso di dominio. Basta vedere lo scempio della creazione operato dal continuo sfruttamento delle risorse, che non si ferma neppure davanti alle evidenti conseguenze disastrose che sta provocando.

Dovremmo riconsiderare il rapporto tra noi donne e uomini con il mondo che ci circonda, partendo dal presupposto che siamo tutti esseri viventi, e quindi esseri che hanno diritto all’esistenza. Occorre affinare lo sguardo e di conseguenza lo spirito.

Papa Francesco parla di un’ecologia integrale e della necessità di acquisire una spiritualità ecologica e quindi di una “conversione ecologica”. Siamo ad Assisi. Qui Francesco come uomo del Vangelo seppe cogliere l’unità del creato. Parlò agli uccelli, al lupo, parlò alle donne e agli uomini, compose il Cantico delle creature. Tutto è connesso, ogni essere vivente è solo il frammento di un insieme.

Solo donne e uomini spirituali, animati cioè da uno sguardo profondo che va oltre la centralità di se stessi, sapranno offrire risposte che possono essere visioni di un mondo in cui ognuno deve uscire dall’autoreferenzialità per concepirsi all’interno di un insieme, di cui ognuno è solo una parte minuta. Ma senza le altre una sola parte morirà nella solitudine dell’inconcludenza e della maledizione, per cui tutti gli altri, siano esseri umani o altri esseri viventi, saranno solo degli inutili esseri di cui cibarsi o nemici da eliminare.

Conviene oggi cogliere l’urgenza di abbracciare la profezia di Francesco per il bene dell’umanità e dell’universo intero, per evitare che tutto sia sommerso da un processo e uno sviluppo che non siamo più in grado di controllare e di indirizzare verso il bene di tutti. (Ambrogio Spreafico, Vescovo, presidente Commissione Ecumenismo e Dialogo CEI)

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