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Un cammino per ricominciare, a piedi incontro alla vita

Redazione online Andrea Polidoro
Pubblicato il 02-05-2017

Unmilionetrecentosettantacinquemilacinquecentosettantasei passi sono quelli che ha compiuto da poco Andrea Polidoro. Prima di intraprendere il Cammino d’Inverno, che porta a Santiago de Compostela, ha scelto di lasciare il lavoro, voltare pagina, aprire il blog “Uncamminoperricominciare.com”. E come sottotitolo, come a rimarcare il suo intento, come se in mente avesse un mantra, in home page si legge: “A piedi incontro alla Vita”.

Coraggio, determinazione, desiderio di libertà sono gli ingredienti magici della ricetta contagiosa che Andrea Polidoro spiega. Le sue parole, i suoi testi, la sua testimonianza, infatti, stanno creando un effetto domino, stanno ‘spezzando il fiato’ a molta gente, stanno ridando la forza a chi pensava che fosse tutto perduto.

E’ diventato per trenta giorni, il tempo di percorrere il Cammino di Santiago - insieme al suo amico Fabrizio Pepini e ad altri pellegrini che si sono aggregati giorno per giorno -, reporter di Radio Francigena ed ogni puntata ha tenuto sempre più ascoltatori incollati alla radio o al computer per “camminare insieme”. Lo ha detto a voce in quelle dirette Andrea Polidoro e lo ha scritto anche nel blog: “La vita in cammino può sembrare ‘una fuga’ dal difficile mondo nel quale siamo costretti ogni giorno a muoverci.

Probabilmente molti diranno che è troppo facile voltare le spalle a questa società, mettersi uno zaino in spalla e andare incontro al proprio destino, rifiutando un sistema in cui tutti fanno fatica. Ma noi non siamo dei fuggitivi, veniamo in questo spazio ‘incontaminato’ dove le logiche del mondo si ribaltano, a prenderci il tempo di rigustare la vita”.

Come rimanere indifferenti di fronte a questa grinta? Nel blog di Andrea Polidoro c’è un pezzo che colpisce particolarmente: “C’è qualcosa che ogni mattina spinge ogni donna e ogni uomo in cammino, a mettersi lo zaino in spalla nonostante gli immancabili acciacchi e dolori, e partire. (…) ‘Qué te mueve, peregrino?’, è la domanda contenuta in un poema scritto su un grigio muro davanti al quale passano ogni anno migliaia di pellegrini. (…) Arriva un punto in cui non importa nemmeno più trovare una risposta. D’altronde si sa che ciò che conta è la forza delle buone domande, e ‘qué te mueve, peregrino?’, è capace di farti fare centinaia e centinaia di km senza arrenderti o voltarti indietro”.

Quello che però, alla fine del viaggio, leggendo ogni parola del walk blogger, risuona nella mente e nel corpo è l’idea che la vita è un dono costante e che ciò che conta davvero è “disegnare la propria rotta e inventarsi il proprio personale percorso verso un’autentica felicità”. di Floriana Lenti

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