TERREMOTO, PERCHE' CROLLANO LE CHIESE?
L’osservazione del danno su questa tipologia di edifici ha evidenziato comportamenti ricorrenti
Una domanda serpeggia in questo momento: perché crollano le chiese? Diverse sono le affermazioni becere, ma in realtà il motivo è semplice essendo le strutture più alte e più antiche. Gli edifici religiosi sono formati da pannelli murari di grande estensione sia in altezza sia in lunghezza con pochi collegamenti trasversali la cui distanza generalmente è tale, come spiegano gli esperti, da rendere quasi ininfluente la loro azione di trattenimento.
Come scrive Federica Ottoni in un articolo comparso su www.ingegneri.info “Il danno più probabile in questi edifici è il collasso locale derivato da meccanismi di primo modo. Nel caso delle chiese non vengono nemmeno presi in considerazione criteri di resistenza propri di un comportamento globale, irrealizzabile. L’osservazione del danno su questa tipologia di edifici ha evidenziato comportamenti ricorrenti, legati a danni locali e meccanismi di collasso tipici per le diverse parti architettoniche, o macroelementi come la facciata, la navata, gli archi ecc… che si comportano in modo dinamicamente indipendente. Tutti questi meccanismi possono essere ricondotti alla perdita di equilibrio di porzioni strutturali, sottoposte a slittamento o rotazione, più che al raggiungimento di valori limite di resistenza dei materiali. Il vantaggio, se così stanno le cose, è che non sono necessarie dispendiose indagini sui materiali per comprenderne i valori limite di resistenza, né elaborati modelli numerici di grande onere computazionale. L’esperienza è sufficiente, basta saperla utilizzare”.
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