Sud Sudan, le Chiese: la guerra deve finire
Il Consiglio delle Chiese del Sud Sudan ha lanciato ufficialmente un nuovo processo di pace per il Sud Sudan. L’iniziativa è stata resa pubblica sabato 8 agosto a Juba, la capitale, in occasione di un incontro a cui hanno partecipato anche varie organizzazioni non governative, il Consiglio islamico e rappresentanti del governo.
Il Consiglio delle Chiese del Sud Sudan riunisce una dozzina di Chiese cristiane presenti in Sud Sudan. Alla fine di luglio aveva divulgato un documento intitolato «Firmate l’accordo!» in cui affermava che «la guerra deve finire immediatamente. Non c’è giustificazione morale per questo conflitto assurdo (…) la gente continua a uccidere e a essere uccisa mentre i leader discutono di potere».
Nello Stato più giovane del mondo si combatte da dicembre 2013, a causa delle divisioni fra il presidente Salva Kiir e il suo vice, Riek Machar. I due leader politici hanno cavalcato il conflitto fra i due principali gruppi etnici, Dinka e Nuer, una divisione che si tramanda da generazioni.
Secondo l’ufficio Affari umanitari delle Nazioni Unite (Ocha) la guerra ha devastato le vite di milioni di persone. Gli sfollati sono almeno un milione e mezzo mentre i rifugiati, fuggiti oltre confine, circa 500mila. Le vittime dei combattimenti sono decine di migliaia.
«Solo le Chiese sono così vicine alla gente da poter coinvolgere molte persone in un’iniziativa di pace, anche nelle zone di conflitto» ha affermato il segretario generale del Consiglio delle Chiese del Sud Sudan, padre James Oyet. L’iniziativa di pace promossa dai cristiani ha già preso il via, sia all’interno del Paese che fuori, nelle zone in cui molti sud sudanesi hanno cercato rifugio: «Un gruppo di donne è partito per le città di Bor e Malakal, per invitare altre donne alla riconciliazione e coinvolgere anche i loro mariti e i loro figli a fare lo stesso».
«La guerra ha reso gli uomini insensibili alla vita, la gente muore e nessuno se ne interessa». Ha denunciato l’arcivescovo di Juba, Paulino Lukudu Loro, per poi invitare tutti gli uomini di fede a lavorare insieme per la pace: «Questa guerra deve finire. L’accordo di pace deve essere firmato al più presto»
Già all’inizio di giugno il Consiglio delle Chiese del Sud Sudan si era impegnato a patrocinare, promuovere e organizzare incontri a tutti i livelli, sia di base che governativi, per favorire la firma di un accordo di pace. Da febbraio 2014 un rappresentante del Consiglio mondiale delle Chiese partecipa anche ai negoziati di pace di Addis Abeba, che coinvolgono governo e ribelli.
L’iniziativa per la pace promossa dalle Chiese cristiane del Sud Sudan arriva a pochi giorni dalla conclusione dei negoziati promossi dall’Autorità intergovernativa per lo Sviluppo (Igad). Le trattative si devono concludere entro il 17 agosto. (Vatican Insider)
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