RULA JEBREAL: DOBBIAMO GUARDARCI DA UGUALI
Rula Jebreal (giornalista e scrittrice) questa mattina nella sala stampa del Sacro convento di Assisi, in occasione del Cortile di Francesco ha tenuto una conferenza sul futuro del giornalismo. Un'ora e poco più di pura determinazione. A fine intervento numerose le domande a lei rivolte, alle quali ha risposto con l'eleganza che la distingue. Non si scompone quando parla di fatti gravi che hanno segnato la storia e che forse in modo diverso la segnano anche oggi, ma passione e forza sono chiaramente presenti in ogni singola parola pronunciata. Parla di persone "Ancora resistenti al capire che siamo in un'era globalizzata" un mondo in cui l'economia è tale ma intrisa a "una politica nazionale, direi quasi provinciale". Anni fa Rula, come ha raccontato lei stessa, ha deciso di fare una televisione diversa, un giornalismo diverso che parla di realtà anche se spesso "la realtà non è bella, ma ne abbiamo bisogno". Poi si parla di famiglia, quella unica "quella che accoglie il prossimo e che nel tempo ha accolto i poveri e i più bisognosi". Nel discorso di Rula trova spazio anche la dignità, una dignità umana che probabilmente va ricostruita "Dobbiamo iniziare a guardarci da uguali. Non ci sono razze" se non quella umana. Un concetto da abbracciare per poter in qualche modo uscire da paure inutili a da un mondo solo in "bianco o nero" in cui il grigio non esiste, in cui non trova posto quella stessa dignità che ci rende tutti più umani, più veri. "Quello che voglio è un mondo in cui tutti abbiamo davvero gli stessi diritti e gli stessi doveri e forse un pò di dignità".
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