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Renzo Arbore dopo il concerto ad Assisi: "Non fermiamo l'Italia"

Gino Giaculli - Il Mattino Ansa/Fabio Frustaci
Pubblicato il 29-02-2020

L'intervista al quotidiano Il Mattino

Sale al buio, sipari abbassati, silenzi nel foyer e film la cui uscita viene rinviata, grandi teatri che restano chiusi e ovviamente incassi che precipitano. E' lo spettacolo preoccupante che va in scena in una fetta del Belpaese soprattutto settentrionale e che vede come protagonista il coronavirus, anzi la paura, o per dirla con Renzo Arbore la "psicosi". Ma il grande showman non ci sta e lo dice a chiare lettere. Gli spettacoli devono proseguire. Con le opportune cautele ma devono continuare perché: "Non si può fermare la vita culturale di un Paese".

Arbore, ha tenuto il suo concerto giovedì sera ad Assisi con l'Orchestra Italiana. Nessun problema?
"Al teatro Lyrick di Assisi abbiamo fatto sold out. Eppure la gente aveva comprato il biglietto molto tempo prima ed è venuta regolarmente a vederci, senza alcun problema: il teatro era pienissimo, non c'è stata nessuna paura, c'era una grande quantità di gente e non era spaventata. Tra l'altro si era diffusa anche la voce che quel teatro fosse uno dei pochi aperti in Italia".

E com'è andata?
"E' andata che con i miei musicisti napoletani abbiamo fatto tre ore di spettacolo e voglio anche precisare che non abbiamo fatto niente di eroico, indipendentemente dal fatto che l'Umbria sia toccata o meno da questa vicenda, ma io avrei fatto lo stesso il concerto con le cautele necessarie".

Insomma, bisogna comunque fare attenzione
"Sì, non si può scherzare su queste cose. Io preferisco glissare sulle battute sul virus, non si può fare dell'ironia anche se devo dire che alcune gag che circolano sono anche divertenti".

Intanto gli incassi del settore spettacolo stanno andando in fumo
"Però ripeto: niente panico, io penso invece che bisogna dare sicurezza. Il settore in Italia sta avendo un danno di milioni. Anzi c'è qui con me Gegè Telesforo che lo sa bene".

E' un danno pesante
"Eccessivo, però non ci arrendiamo. Ribadisco, con le cautele ma gli spettacoli si possono e si debbono fare, il contatto con il pubblico va bene, magari basta soltanto avere un po' di attenzione".

Per esempio?
"Usare le cautele solite come il lavarsi le mani, o poi magari cercando di evitare i selfie, oppure le strette di mano troppo calorose o i baci. Forse si possono evitare, per adesso, gli assembramenti troppo numerosi, ma per il resto bisogna andare avanti".

Eppure molti cinema e molti teatri sono chiusi
"Ma non si può fermare la vita culturale del Paese, la vita culturale del Paese serve anche a sconfiggere il virus che comunque bisogna affrontare con determinazione. E poi noi facciamo una cosa che allieta e informa le persone. Senza contare tutti gli aspetti di serenità che si possono offrire alla gente".

Insomma andare al teatro, al cinema ai concerti anche per distrarsi, rasserenarsi
"Io mi fido molto della signora Ilaria Capua, con la quale ho ricevuto il premio per le relazioni tra America e Italia, che è una virologa molto importante, una studiosa molto informata: anche lei sostiene che la vita culturale del Paese è un rimedio contro la psicosi che altrimenti ci fa stare in difesa".

Quindi Renzo Arbore non molla
"E perché? Adesso farò altri spettacoli a Firenze e a Bari continuando il tour con l'Orchestra Italiana. E per quanto riguarda l'appuntamento del 19 marzo a Varese aspetto cosa dicono le istituzioni sulla situazione".

Agli spettatori di teatri, cinema e concerti che cosa dice allora Renzo Arbore?
Un appello, si può fare: andiamo nei cinema, entriamo nei teatri, nei conservatori, la vita normale deve continuare, questi luoghi sono antidoto alla psicosi che rende ancora più pericolosa questa patologia. Ammiro Sala nella sua azione per Milano. Poi penso sempre che con il sorriso qualche cosa si possa fare. Anzi, proprio adesso sto facendo una ricerca sul sorriso napoletano".

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