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Profughi stelle del rugby trasferiti, senza di loro la squadra va in crisi: appello a prefetto e federazione

Redazione La Stampa
Pubblicato il 25-02-2019

Quando lo sport diventa motore di integrazione, i due ragazzi :

George Roba e Fred Antony Sedi sono due profughi di 25 e 28 anni, giunti in Italia anni fa attraversando il tratto di mare fra Libia e Sicilia su carrette del mare. Uno arriva dalla Costa d’Avorio e l’altro dal Benin. Erano assistiti dalla cooperativa La casa di Elisa, a San Germano di Casale, ma questa ha finito per chiudere e gli ospiti , tra cui George e Fred Antony sono stati trasferiti altrove.

Sono due validi giocatori della squadra interrazziale «Tre Rose Rugby», ormai conosciuta in tutto il Paese per il suo progetto di inclusione sociale tramite lo sport, ma ora sono in seria difficoltà per arrivare a Casale per allenamenti e partite.

Il primo è stato trasferito a Cassine, il secondo a Tortona, con pochi mezzi di trasporto pubblico a disposizione per arrivare nella città monferrina. Con loro soffre anche il presidente della squadra, Paolo Pensa, che, per gli spostamenti dispone di due furgoni, uno di 22 e l’altro di 30 anni, «il secondo risistemato con pezzi di ricambio recuperati da demolitori, dopo che lo avevamo trovato con i vetri rotti e danni al motore , per un’azione teppistica».

Così Pensa, soprattutto la domenica quando i mezzi di trasporto pubblico latitano completamente, parte due ore prima delle partite per andare a prelevare i giocatori, tra cui George e Fred Antony, facendo il percorso inverso alla fine della gara, «con gran spreco di gasolio e spese in più».

Che fare? Il presidente della Tre Rose ha inviato una lettera alla prefettura e alla Federazione rugby, per chiedere che i due giocatori vengano avvicinati a Casale, «in nome di un progetto di accoglienza e inclusione che, sul suo esempio, ha visto sorgere altre iniziative simili in Italia».

Pensa, ex carabiniere non lo dice, ma ci mette molto del suo patrimonio nella gestione della squadra. Le risorse derivano da sponsor locali e da bandi regionali sull’inclusione sociale. Uno riguarda il settore sport ed era stato vinto due anni fa, ma si attendono ancora 4980 euro, il secondo, più recente, dalle Pari opportunità, ha visto la squadra ricevuta giorni fa dall’assessore Monica Cerutti, con la promessa di avere a disposizione metà dell’importo (5000 euro) a breve e l’altra metà più avanti. «Sarebbe una gran cosa - dicono i due giocatori - essere vicini a Casale. Potremmo partecipare a tutti gli allenamenti. Il rugby è un gioco di squadra e più siamo affiatati più ci sono risultati. Per noi è una rivalsa sulla vita».

Franca Nebbia - La Stampa

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