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Patriarca di Venezia: 'Serve una rivoluzione copernicana'

Alvise Sperandio, Il Gazzetino
Pubblicato il 08-04-2020

«Il sistema economico va ripensato»

Il monito è chiaro. «Dobbiamo spenderci per una cultura politica (che non s'improvvisa), in grado di porre la persona e il bene comune della salute, davanti ad altre scelte, soprattutto, prima dell'assillo per il Prodotto interno lordo».

È la dottrina economica del patriarca Francesco Moraglia, che cerca una terza via tra Stato assistenzialista e stato neoliberista. «Dobbiamo così impegnarci per una finanza e un'economia che mettano al primo posto la destinazione universale dei beni, correlando equilibratamente con tale principio quello della proprietà privata».

NUOVI STILI DI VITA
Moraglia scrive tutto questo mentre si entra nel vivo della Settimana santa, in una lettera che ha voluto rivolgere alla diocesi. Un testo articolato con cui riflette su questo tempo segnato dalla pandemia e significativamente intitolato Tutto è grazia.

E poi il patriarca aggiunge: «Dobbiamo richiedere a voce alta una finanza ed un'economia che, nel rispetto delle loro proprie leggi, siano attente all'istanza etica e sappiano considerare le fragilità e i bisogni degli uomini, lanciando un avvertimento: «Dio ci guardi sia da uno Stato centralizzato e assistenzialista, sia da uno Stato liberista in senso individualistico; le recenti crisi finanziarie, economiche, ambientali e, ora, quella sanitaria, ce lo dicono in modo inequivocabile. Sì, la crisi mondiale che dovremo affrontare ci chiede una vera rivoluzione copernicana nel pensare l'uomo e le sue relazioni sociali e politiche».

IL MESSAGGIO
«Per chi vuole scrutare il Mistero, allora l'invisibile si fa visibile e s'intuisce che, se tutto quello che succede non è solamente volontà di Dio, però, nulla accade senza che la sua volontà lo permetta; o Dio lo vuole o Dio lo permette, sempre in un orizzonte di bene più alto». Moraglia guarda avanti: «L'emergenza che ci ha mostrato in modo chiarissimo che, un giorno, possiamo trovarci dalla parte dei forti e, l'altro, dalla parte dei deboli: la solidarietà e l'interdipendenza non sono solo regole da applicare, ma stili di vita da assumere», mentre sulla situazione sociale che si profila aggiunge: «Come Chiesa non possiamo farci trovare impreparati o, ancor più, disinteressati; piuttosto dobbiamo cercare un nuovo approccio culturale, elaborare nuovi stili di vita, così, da porre finalmente, una buona volta, al centro del quadrante della cultura e della società la persona e la relazione su cui essa fonda le sue origini: la famiglia».

SOLIDARIETÀ
Intanto, mentre domani inizia il Triduo, la Caritas diocesana rinnova la Pasqua di solidarietà nelle mense per i poveri San Giuseppe di Venezia, Ca' Letizia di Mestre e Papa Francesco di Marghera dove ogni ospite riceverà un uovo di cioccolato e una fetta di colomba. Il dolce è stato donato anche ai detenuti delle carceri cittadine e ai bambini ospiti della casa famiglia San Pio X. Per quelli che di solito presterebbero servizio all'altare come chierichetti, Moraglia lancia invece il concorso Il giardino della Resurrezione, invitandoli a riprodurre a casa il sepolcro vuoto di Gesù: ci sarà un vincitore, ma foto e video (da inviare entro il giorno 20) saranno comunque tutti pubblicati sui social.

Alvise Sperandio, Il Gazzetino

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