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Papa Francesco e la rivoluzione culturale grazie alle opere di misericordia

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

La misericordia «non è riservata solo a dei momenti particolari, ma abbraccia tutta la nostra esistenza quotidiana», ha sottolineato il Pontefice. «Non pensiamo che si tratti di compiere grandi sforzi o gesti sovraumani"

Le opere di misericordia «educano all’attenzione verso le esigenze più elementari dei nostri “fratelli più piccoli”, nei quali è presente Gesù» e rappresentano un «antidoto» in un mondo «colpito dal virus dell’indifferenza»: lo ha detto il Papa, preannunciando, nel corso dell’udienza generale in piazza San Pietro, che dedicherà alle sette opere spirituali e alle sette opere corporali le catechesi delle prossime settimane, nel corso del Giubileo che si conclude il 20 novembre: «Sono convinto – ha detto Francesco – che attraverso questi semplici gesti quotidiani possiamo compiere una vera rivoluzione culturale». A conclusione dell’udienza il Papa ha pronunciato un appello per la Siria, implorando i responsabili politici per un «immediato cessate il fuoco» che permetta almeno «l’evacuazione dei civili, soprattutto dei bambini, che sono ancora intrappolati sotto i bombardamenti cruenti».

La misericordia «non è riservata solo a dei momenti particolari, ma abbraccia tutta la nostra esistenza quotidiana», ha sottolineato il Pontefice. «Non pensiamo che si tratti di compiere grandi sforzi o gesti sovraumani. No, non è così. Il Signore ci indica una strada molto più semplice, fatta di piccoli gesti che hanno però ai suoi occhi un grande valore, a tal punto che ci ha detto che su questi saremo giudicati», ha detto Francesco, rievocando poi il «testamento di Gesù» raccolto dall’Evangelista Matteo al capitolo 25 («Ogni volta che diamo da mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete, che vestiamo una persona nuda e accogliamo un forestiero, che visitiamo un ammalato o un carcerato, lo facciamo a Lui»).

La Chiesa, ha proseguito il Papa, «ha chiamato questi gesti “opere di misericordia corporale”, perché soccorrono le persone nelle loro necessità materiali. Ci sono però anche altre sette opere di misericordia dette “spirituali”, che riguardano altre esigenze ugualmente importanti, soprattutto oggi, perché toccano l’intimo delle persone e spesso fanno soffrire di più. Tutti certamente ne ricordiamo una che è entrata nel linguaggio comune: “Sopportare pazientemente le persone moleste”. E ce ne sono tante, eh!», ha commentato Francesco, che ha poi ricordato le altre sei: «Consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, pregare Dio per i vivi e per i morti».

«Nelle prossime Catechesi ci soffermeremo su queste opere, che la Chiesa ci presenta come il modo concreto di vivere la misericordia», ha detto il Papa. 

Nel corso dei secoli, «tante persone semplici le hanno messe in pratica, dando così genuina testimonianza della fede», ha detto ancora Francesco. «Spesso sono le persone più vicine a noi che hanno bisogno del nostro aiuto. Non dobbiamo andare alla ricerca di chissà quali imprese da realizzare. È meglio iniziare da quelle più semplici, che il Signore ci indica come le più urgenti. In un mondo purtroppo colpito dal virus dell’indifferenza – ha sottolineato il Papa – le opere di misericordia sono il miglior antidoto. Ci educano, infatti, all’attenzione verso le esigenze più elementari dei nostri “fratelli più piccoli”, nei quali è presente Gesù. Sempre è presente lì dove c’è un bisogno, una persona che ha un bisogno spirituale o materiale. Riconoscere il suo volto in quello di chi è nel bisogno è una vera sfida contro l’indifferenza. Ci permette di essere sempre vigilanti, evitando che Cristo ci passi accanto senza che lo riconosciamo. Torna alla mente la frase di Sant’Agostino: “Timeo Iesum transeuntem”: ho paura che il Signore passi e io non lo riconosca, che passi davanti a me in una di queste persone piccole e bisognose e io non mi accorga che è Gesù». Le opere di misericordia «risvegliano in noi l’esigenza e la capacità di rendere viva e operosa la fede e la carità. Sono convinto – ha rimarcato il Papa – che attraverso questi semplici gesti quotidiani possiamo compiere una vera rivoluzione culturale, come è stato in passato. Se ognuno di noi ogni giorno ne fa una di queste questa sarà una rivoluzione nel mondo: ma tutti, ognuno!».

Francesco ha concluso la catechesi ricordando madre Teresa, da poco canonizzata: «Non la ricordiamo per le tante case che ha aperto nel mondo, ma perché si chinava su ogni persona che trovava in mezzo alla strada per restituirle la dignità. Quanti bambini abbandonati ha stretto tra le sue braccia; quanti moribondi ha accompagnato sulla soglia dell’eternità tenendoli per mano!». 

A conclusione dell’udienza generale in piazza San Pietro il Papa ha ribadito il suo appello per la Siria: «Voglio sottolineare e ribadire la mia vicinanza a tutte le vittime del disumano conflitto in Siria», ha detto Francesco. «È con un senso di urgenza che rinnovo il mio appello, implorando, con tutta la mia forza, i responsabili, affinché si provveda a un immediato cessate il fuoco, che sia imposto e rispettato almeno per il tempo necessario a consentire l’evacuazione dei civili, soprattutto dei bambini, che sono ancora intrappolati sotto i bombardamenti cruenti».

Il Papa ha ricordato anche la «Giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali» che cade domani: «I disastri naturali potrebbero essere evitati o quanto meno limitati, poiché i loro effetti sono spesso dovuti a mancanze di cura dell’ambiente da parte dell’uomo», ha detto Francesco incoraggiando la «tutela della nostra casa comune, promuovendo una cultura di prevenzione, con l’aiuto anche delle nuove conoscenze, riducendo i rischi per le popolazioni più vulnerabili». Francesco ha salutato partecipanti e organizzatori della partita per la solidarietà e la pace che si gioca questa sera alle 21 allo stadio Olimpico. Scopo dell’iniziativa, voluta da papa Francesco organizzata da Scholas occurrentes, Comunità Amore e Libertà, Centro sportivo italiano e Unitalsi e giunta alla seconda edizione, è quello di aiutare i terremotati del centro Italia e promuovere la richiesta di pace per tutti i popoli. Vatican Insider

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