Migranti. Sequestrata la Mare Jonio, ordine di sbarco per i profughi a Lampedusa
Sta concludendosi in qualche modo l'odissea dei 49 migranti soccorsi nel Mediterraneo dalla nave Mare Jonio della Ong Mediterranea. La Guardia di Finanza ha avuto disposizione di procedere al sequestro dell'imbarcazione. Quindi la nave è stata presa sotto scorta per essere condotta al porto di Lampedusa. Poi lo sbarco dei profughi, tra i quali 14 minori, e gli interrogatori dell'equipaggio.
La Procura di Agrigento contestualmente starebbe vagliando le comunicazioni, fatte via radio, fra il comandante della nave Mare Jonio e la Guardia di finanza che ha intimato l'alt chiedendo di non avvicinarsi al porto di Lampedusa. Al momento,è stato aperto un fascicolo d'inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina a carico di ignoti e il sequestro.
Comunque "l'ordine dato alla polizia è di fare sbarcare i migranti dalla Mare Jonio", ha spiegato la portavoce di Mediterranea, Alessandra Sciurba, che si trova nel molo commerciale di Lampedusa, presidiato da carabinieri, polizia e Guardia costiera.
Nel giorno in cui la Guardia costiera italiana ha prima indicato alla nave Mare Jonio un punto di ancoraggio a ridosso dell'isola di Lampedusa e poi è scattato il sequestro è naufragato un altro barcone con a bordo un numero imprecisato di persone.
Secondo le prime informazioni rese note dall'International Organization for Migration (Oim) soltanto 18 sono i superstiti salvati e portati in ospedale in Libia. Ritrovato anche il corpo di un neonato e almeno altre 8 persone sono disperse in mare. Stando alla ricostruzione dei sopravvissuti l'imbarcazione che trasportava 27 persone è affondata vicino alla città costiera di Sabrata. Bassem al-Gharabli, capo dell'ufficio locale per il contrasto alle migrazioni illegali ha spiegato che i superstiti sono stati salvati dopo che dei pescatori avevano allertato la Guardia costiera libica. Nel gruppo che tentava di attraversare il mar Mediterraneo c'erano sette donne; non è nota la nazionalità dei migranti.
"La nave non entra in porto, assolutamente no": sin dalle prime ore del mattino la linea politica dei porti chiusi viene immediatamente ribadita dal ministro dell'Interno davanti alle telecamere di Sky Tg24. "Si tutela la buona salute di tutti però sarebbe un precedente pericoloso, perché rischieremmo di tornare ad alimentare quel business che per gli scafisti in Africa rendeva più, fino all'anno scorso, del traffico di droga e del traffico di armi. Io non sarò mai complice di chi guadagna sugli esseri umani" ha dichiarato vicepremier Matteo Salvini parlando dell'operazione di soccorso di Mediterranea Saving Humans che chiede di poter approdare a Lampedusa con le 49 persone salvate lunedì a 40 miglia dalle coste libiche. In particolare per una persona in gravi condizioni psico-fisiche era stata fatta la richiesta di evacuazione urgente, poi esaudita, come ha confermato il medico Pietro Bartolo: "Lo abbiamo fatto scendere urgentemente, ha bisogno di cure immediate".
CONCLUSA L'ISPEZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA, MEDITERRANEA: «TUTTO IN REGOLA»
Nel frattempo è stata eseguita un'ispezione della Guardia di finanza: i militari sono saliti a bordo della nave Mare Jonio, come confermato dal capomissione Luca Casarini, nel momento in cui il rimorchiatore battente bandiera italiana si è fermato alla fonda a mezzo miglio da Lampedusa. Prima alla richiesta di spegnere i motori dei finanzieri si era opposto via radio il comandante della Mare Jonio Pietro Marrone: «Noi non fermiamo nessun motore. Abbiamo persone da mettere in sicurezza». A distanza di alcune ore Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea parlando dell'ispezione della Guardia di Finanza a bordo della nave Mare Jonio ha spiegato che "l'ispezione della Guardia di finanza si è conclusa con un verbale in cui è scritto che non c'è nulla da segnalare se non che le persone a bordo sono 'provate'".
Anche la Commissione europea "segue da vicino" gli eventi e "rinnova il suo appello a tutti gli Stati membri di tenere a mente innanzitutto e soprattutto l'imperativo umanitario e di contribuire a una rapida soluzione". Sono le parole della portavoce della Commissione europea, Natasha Bertaud che ha sottolineato come questo caso "evidenzi ancora una volta quanto sono urgenti meccanismi prevedibili sugli sbarchi".
SALVINI E LA LINEA DEI PORTI CHIUSI: IN ITALIA NON METTERANNO PIEDE
"Possono essere curati, vestiti, gli si danno tutti i generi di conforto, ma in Italia per quello che mi riguarda e con il mio permesso non mettono piede. È chiaro ed evidente che c’è un’organizzazione che gestisce, aiuta, e supporta il traffico di essere umani. O c'è l'autorità giudiziaria, che ovviamente prescinde da me, che riterrà che questo non sia stato un soccorso e decide di intervenire legalmente, oppure il Ministero dell’Interno, che deve indicare il porto di approdo, non indica nessun porto" ha proseguito il titolare del Viminale.
"A mio avviso, stanno sostanzialmente commettendo il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina - ha proseguito ancora Salvini alla vigilia del voto in Senato sull'autorizzazione a procedere per il presunto sequestro di persona secondo l’accusa commesso per ordine del ministro Matteo Salvini a danno di 177 migranti bloccati l’anno scorso a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera -. Hanno raccolto questi immigrati in acque libiche, in cui stava intervenendo una motovedetta libica. Non hanno ubbidito a nessuna indicazione, hanno autonomamente deciso di dirigere verso l’Italia per motivi evidentemente ed esclusivamente politici. Non hanno osservato le indicazioni delle autorità e se ne sono fregati dell’alt della Guardia di Finanza". Salvini si spinge oltre e definisce i marinai e i volontari di Mediterranea: dei "fuorilegge".
DI MAIO: SOLUZIONE IN TEMPI BREVI, NON SARÀ UN ALTRO CASO DICIOTTI
A distanza di qualche ora interviene nel dibattito politico anche l'altro vice premier Luigi Di Maio (M5S): "Ho appena parlato con il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Stiamo verificando il rispetto della legalità. Ci risultano diverse irregolarità: la Ong che è italiana ha agito senza aver ascoltato gli ordini della Guardia Costiera libica, andando contro questi ordini" così aggiorna i cronisti sulla vicenda della nave Mare Jonio legata alla piattaforma Operazione Mediterranea. "Confermo che non sarà un'altra Diciotti: soluzione in tempi brevi".
IL SINDACO DI LAMPEDUSA: IL NOSTRO PORTO È APERTO PER LA NAVE MARE JONIO
"Non ci sono forze dell'ordine davanti al porto che bloccano chi vuole entrare" si è espresso il sindaco di Lampedusa Totò Martello che invita la nave Mare Jonio con a bordo 49 migranti che si trova davanti all'isola a entrare in porto. "Anche perché - continua Martello - tutti gli sbarchi che ci sono stati nel 2019 sono entrati direttamente nel porto, sono scesi, e poi sono stati raccolti per essere portati nel centro d'accoglienza". Da Guardia Costiera e governo, aggiunge Martello, "non sono arrivate indicazioni. Da due anni siamo stati cancellati dalla geografia politica del governo italiano. Ci autogestiamo completamente".
"Se fossi al posto del comandante della Mare Jonio - ha anche detto il sindaco - attraccherei al porto senza problemi: Lampedusa è un porto italiano e la nave della ong è italiana quindi questa isola è casa sua. Aspetto che i migranti sbarchino per accoglierli".
Nello Scavo e Ilaria Solaini, Avvenire
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