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L’onda verde dei giovani è arrivata in Italia: vogliamo più tutela per l'ambiente

Redazione La Stampa
Pubblicato il 11-03-2019

L’onda verde di Greta Thunberg è arrivata anche in Italia. Grazie ai social network si moltiplicano i gruppi Facebook, e aumentano le città in cui ogni venerdì gli studenti saltano la scuola e scioperano per chiedere azioni concrete contro il global warming : Roma, Milano, Napoli, Como, Pavia, Genova, Parma, Padova, Torino, Treviso, Modena, Firenze, Udine, Alba, Bari, …

#FridayForFuture, #SchoolsStrike4Climate, #ClimateStrike sono gli hashtag che raccontano come sta prendendo forma la più grande iniziativa degli studenti a livello mondiale nell’era dei social media, a difesa del pianeta. Tutto è nato dall’iniziativa inizialmente solitaria di Greta Thunberg, una studentessa svedese da poco sedicenne, che dallo scorso agosto salta la scuola ogni venerdì per manifestare fuori dal parlamento svedese.

Il movimento, ormai virale, anche in Italia fa riferimento al sito fridayforfuture.it  ed è composto principalmente da studenti giovanissimi che sentono il bisogno di far sentire la propria voce e di riprendersi il proprio futuro. “Abbiamo iniziato a fine gennaio davanti al Parlamento ed eravamo in tredici, poi nelle ultime due settimane siamo aumentati e ora sto raccogliendo molte adesioni per lo sciopero del 15 marzo”. Francesca Travaglino, diciotto anni appena compiuti, al quinto anno del liceo linguistico Majorana di Roma, è una delle migliaia di giovani che ogni venerdì scendono in piazza per il clima.

La protesta di Greta, che ancora oggi continua tutti i venerdì, è diventata un’ispirazione e un esempio per molti altri coetanei che si sono uniti allo sciopero. Da quel 30 agosto ad oggi migliaia di ragazzi e ragazze in tutto il mondo scioperano per ricordare alle istituzioni l’urgenza dell’azione per contrastare i pericoli del cambiamento climatico.

Per me Greta è stata un modello di ispirazione altissimo”, continua Francesca, “una ragazza così giovane che con una semplice azione ha mobilitato migliaia di ragazzi. E’ proprio questo quello che serve, perché le persone hanno bisogno di un modello di riferimento. Quest’esperienza mi sta insegnando che quando c’è un problema bisogna dirlo, che non dobbiamo avere paura, il pensiero di ognuno di noi è importante e dobbiamo esprimerlo, perché è solo così che possiamo fare la differenza, altrimenti le cose non cambieranno mai”.

Anche Martino Borin ha diciotto anni e frequenta l’ultimo anno della scuola alberghiera di Lancenigo, in provincia di Treviso: “noi a Treviso abbiamo fatto un presidio in una piazza del centro per quattro venerdì, abbiamo ritrovato la voglia di mobilitarci e di aggregare anche dei gruppi di studenti universitari all’interno di questa piattaforma, che è apartitica e apolitica, per una causa che per noi giovani è fondamentale e cioè la tutela dell’ambiente". E sull’Europa aggiunge: “è giusto che ci sia un senso di rabbia contro quest’Europa che non sta ascoltando le richieste dei cittadini, il cambiamento climatico non è solo l’orso polare che mangia la plastica ma è qualcosa che riguarda tutti quanti da vicino”.

Greta Thunberg, ha dato voce a una generazione che è più sensibile alle tematiche ambientali rispetto a quelle precedenti, perché più esposta alle conseguenze del cambiamento climatico. Parola di Antonella D., che di anni ne ha 16 anni come Greta e studia al Liceo classico Socrate di Bari, “vedere una ragazza della mia stessa età impegnarsi in questo modo mi ha spinta a scendere in piazza e a far sentire la mia voce”, e aggiunge “spero che le persone guardando ragazzi della nostra età che si impegnano per il bene di tutti, si sensibilizzino e scendano in piazza con noi”.

Il principale messaggio della loro protesta riguarda la richiesta alle istituzioni politiche di rispettare i limiti di emissioni previsti dall’Accordo di Parigi e di prendere sul serio il problema del cambiamento climatico attraverso azioni concrete. Alex G., classe 2006, frequenta la seconda media della scuola “Mattarella” di Modena e ha scioperato ogni venerdì da dicembre, accompagnato dalla mamma e con l’appoggio dei suoi professori. “Se non ci pensiamo noi giovani al futuro, non ci pensa nessuno. L’ambiente è il mondo in cui viviamo, ognuno di noi nel suo piccolo può contribuire, ma ci vogliono grandi azioni da parte della politica, noi chiediamo proprio questo. Questa è una battaglia importante, se ogni studente tiene al suo futuro, deve far di tutto per non rovinarlo, salvando la Terra”.

I “nativi ambientali” hanno appena cominciato la loro battaglia e non hanno nessuna voglia di fermarsi. L’appuntamento per tutti, in tutto il mondo, è il 15 marzo per quello che sarà il più grande sciopero globale della storia. Contro il cambiamento climatico.


Francesco Santolini - La Stampa

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