Luci da accendere, non vasi da riempire
Il Sinodo dei giovani ci offre la possibilità di riflettere su una fase importante della nostra vita, della vita della Chiesa, della vita della società.
Penso a quello che Francesco d'Assisi ha scritto sui giovani, offrendo, di fatto, a ciascuno di noi il vero e autentico cammino da percorrere: offrire la testimonianza della propria vita.
Questo è il senso di quella breve nota che un biografo, l’Anonimo perugino, riporta sul rapporto tra il santo patrono d'Italia e i giovani:
“Dava loro il Signore parola e spirito conforme ai tempi e alle circostanze, onde fossero in grado di proferire parole capaci di penetrare il cuore di molti uditori, e soprattutto dei giovani”.
Quali sono le parole capaci di penetrare il cuore dei giovani? Una domanda chiave è questa. L’unica parola che entra nel cuore di un giovane è la credibilità della propria vita, l’autorevolezza del proprio stile, la coerenza del proprio percorso.
La parola autorevolezza deriva dal latino "far crescere". Ecco allora il cuore della questione giovanile. Tutto il resto è solo un semplice blaterare, uno sproloquio. E a ragione, perché molti parlano dei giovani, ma non dei giovani.
A chi si affaccia alla vita sento di dire solo una cosa, quello che diceva Gesù: Che cercate?
Una risposta che Giovanni Paolo II, oggi santo, diede con queste parole: “In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E' Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna”.
Questo significa che i giovani non sono dei vasi da riempire, ma delle luci da accendere.
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