Libri: Scalfaro, democristiano anomalo
Il libro di Guido dell'Aquila per Passigli Editori
Un cattolico rigoroso con un profondo spirito laico, al servizio del suo paese. Può essere sintetizzata così la vicenda politica –durata 66 anni, due terzi di secolo- di Oscar Luigi Scalfaro di cui il 9 settembre scorso si è celebrato il centenario della nascita.
Guido Dell’Aquila, per 25 anni in Rai e oggi autore della trasmissione televisiva diMartedì, ha scritto nell’occasione una documentatissima biografia (Scalfaro, democristiano anomalo, Passigli Editori, pagine 272, 22 Euro) che fa giustizia dei tanti luoghi comuni e dei tanti pregiudizi che hanno accompagnato la carriera politica di Scalfaro.
Personaggio scomodo dentro alla Democrazia cristiana per le sue invettive contro il tesseramento taroccato, la corruzione, le degenerazioni correntizie, Scalfaro fu fiero antifascista e profondamente anticomunista. Questo non gli impedì, una volta caduto il muro di Berlino (e dunque senza più il pericolo di scivolamento del Paese verso il blocco sovietico fino a quel momento negatore del valore di libertà), di riscoprire una comunanza di sentire con la sinistra sul terreno proprio del cristianesimo sociale: le aspirazioni di giustizia, uguaglianza e solidarietà.
Cattolico rigoroso –fu terziario francescano- ebbe anche momenti di scontro con le gerarchie ecclesiastiche per la sua concezione laica dello Stato che, nella sua visione degasperiana, come ricordò nel suo discorso di insediamento al Quirinale, “deve essere la casa di tutti: di chi crede in Cristo, di chi non crede e di chi professa altre fedi”.
Dell’Aquila nel suo volume ricco di note e di riferimenti documentali, ma scritto in modo appassionante e che si legge come un romanzo, ripercorre in modo particolarmente attento il Settennato, in cui Scalfaro dovette interpretare il suo ruolo in modo interventista e svolgere un funzione di supplenza del sistema politico che stava deperendo sotto i colpi delle inchieste giudiziarie di tangentopoli, della tempesta monetaria, degli attacchi terroristici e mafiosi.
Anche la lunga pagina degli scontri con Silvio Berlusconi è ricostruita in modo attento e preciso. Suggella il volume un’appendice che l’autore inserisce sotto al titolo “Quattro falsi misteri”. Si tratta della ricostruzione puntuale di quattro vicende su cui sono stati alzati negli anni polveroni strumentali e false accuse: dal presunto schiaffo (mai dato) a una signora discinta in un ristorante romano, all’accusa di aver chiesto e ottenuto come pubblico ministero la condanna a morte di sette fascisti nell’immediato dopoguerra; dalla vicenda dei 100 milioni del Sisde al cosiddetto Ribaltone.
In conclusione, una lettura sorprendente che a sei anni e mezzo dalla morte di Oscar Luigi Scalfaro può dare davvero l’avvio a una lettura della sua vita senza condizionamenti e senza pregiudizi.
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