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Lampada della pace, cos'è e chi l'ha ricevuta

Redazione Redazione San Francesco
Pubblicato il 19-12-2020

Un dono che cerca di restituire l'essenzialità del messaggio francescano

LA LAMPADA DELLA PACE

La luce come simbolo di presenza e benedizione divina. La luce come saggezza che ci rivela il mistero del mondo. La luce cercata, desiderata, che san Francesco ha invocato, inginocchiato davanti al crocifisso chiedendo a Cristo: “Altissimo, glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio”.

La lampada della pace donata dalla comunità dei frati di Assisi cerca di restituire l’essenzialità del messaggio francescano: il vetro dell’ampolla simboleggia la purezza e la limpidezza e l'olio significa medicazione e rinascita. La lampada della pace, che quest'anno è stata consegnata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, traccia un solco che riempie la vita di speranza e indica un cammino.   

PERCHÉ LA LAMPADA ANTÓNIO GUTERRES, SEGRETARIO GENERALE ONU

«Per la sua lunga attività politica vissuta come vocazione a servizio del bene comune. In particolare la motivazione che ci ha spinto a questo riconoscimento è la sua instancabile opera di mediazione politica nella complessità del nostro mondo alle prese con tante conflittualità, guerre, ingiustizie e degrado degli esseri umani e del creato; un impegno profuso con uno stile dialogico e cordiale, uno stile di umanesimo fraterno, come lo chiamiamo noi frati del Sacro Convento. Nel processo di trasformazione reso oggi ancor più necessario, l’ONU ha un ruolo decisivo come laboratorio di pace: è infatti urgente ripensare il futuro della nostra casa comune e del nostro comune progetto».

SANTOS, MERKEL, ADDULLAH II E MATTARELLA: GLI ULTIMI A RICEVERLA

Le ultime quattro lampade sono state  consegnate a quattro leader globali che si son distinti per aver instancabilmente  diffuso un messaggio di pace e speranza, di pacifica convivenza tra popoli diversi ma uniti nella dignità e nell'umanità: al presidente della Colombia e premio Nobel per la pace, Juan Manuel Santos, "per le prospettive che si sono aperte in seguito agli accordi siglati tra il suo governo e i guerriglieri delle Farc"; alla Cancelliera tedesca, Angela Merkel, "per essersi distinta nella sua Germania, e in Europa, nell’opera di conciliazione in favore della pacifica convivenza dei popoli"; al re di Giordania, Abdullah II, per "l’azione e l’impegno tesi a promuovere i diritti umani, l’armonia tra fedi diverse e l’accoglienza dei rifugiati"; e al Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, per “il continuo richiamo al senso di appartenenza, a sentirsi comunità di uomini e donne che aderiscono a valori, prospettive, diritti e doveri volti a promuovere una società più libera, giusta e fraterna, che consenta l’integrale sviluppo umano di ogni persona”.

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