La scuola riparte il 13 settembre anche per le zone terremotate
Organizzato un gruppo di intervento dal Ministero dell’Istruzione per garantire l’apertura delle scuole nelle 54 frazioni terremotate
I ragazzi delle zone terremotate non perderanno un giorno di scuola: le lezioni riprenderanno anche qui il 13 settembre. Un segno di speranza per le popolazioni colpite dal sisma. Al microfono di Emanuela Campanile parla Giovanna Boda, responsabile del gruppo di intervento organizzato dal Ministero dell’Istruzione per garantire l’apertura delle scuole nelle 54 frazioni terremotate del Centro Italia:
R. – Sin da subito i nostri insegnanti, i dirigenti scolastici e tutto il personale scolastico si sono resi disponibili per cercare di ripristinare le attività scolastiche per tempo. Quindi il fatto che il 13 ricominci la scuola anche per le scuole colpite dal sisma è un grande risultato di squadra. Abbiamo il caso di Amatrice, in cui il lavoro instancabile della Protezione Civile ha fatto in modo che i ragazzi dell’Istituto Comprensivo possano entrare nei moduli, che saranno pronti per il 13; abbiamo altre situazioni in cui cominceranno sotto tensostrutture, che la Protezione Civile ha procurato, ma nel giro di 1-2 settimane andranno nei moduli scolastici prefabbricati che si stanno montando a tempo di record. Ricordiamo che sono spesso frutto di donazioni pervenute da tutta Italia e quindi un segno della solidarietà nazionale verso le popolazioni colpite dal sisma. La cosa che rimarrà per sempre in tutti noi è proprio il senso di squadra che si è creato con la Protezione Civile, con il personale degli ambiti territoriali e degli uffici scolastici regionali che lavorano insieme, gomito a gomito. Noi abbiamo un pullmino “Ripartiamo dalla scuola”: e questo è lo slogan che sta girando. Tutto viene fatto sul territorio, senza difficoltà di dislocazione fra il Ministero e i diversi uffici.
D. – Ogni alunno, dall’infanzia alle media, avrà un kit donato dal Miur, con libri, quaderni e tutto ciò che serve…
R. – Tutti i ragazzi che ne hanno bisogno avranno questo kit didattico, avranno i libri di testo. Ricordiamo anche che ci sono scuole in Italia che si sono offerte di ospitare – tramite gemellaggi – i ragazzi delle scuole colpite dal sisma: abbiamo i ragazzi di Amatrice che andranno a Policoro… Stiamo cercando di gemellare le scuole con altre scuole italiane che possano ospitarli e che possano – in qualche modo – dare loro la sensazione che ci sia una grande famiglia che li aspetta in ogni città di Italia. Questa è un’altra iniziativa che si sta facendo grazie all’aiuto di tutti!
D. – Da quando si è trasferita in questa zona, qual è la cosa che non può dimenticare e che deve affrontare quotidianamente?
R. – Sono gli occhi sbarrati dei bambini che incontriamo. In quegli occhi sbarrati c’è tutta una storia, c’è tutto il dolore infinito che hanno vissuto. La speranza cui ci dobbiamo aggrappare è quella di cercare di togliere quello sguardo sbarrato. Ricordiamo anche che abbiamo decine di bimbi che non parlano più dal giorno del terremoto, che non dormono… Quindi il nostro auspicio è semplicemente quello di essere utili, cercando di portarli oltre quello che è successo nelle loro vite. Questo è quello che desideriamo più di ogni altra cosa e che auspichiamo di riuscire a fare nel più breve tempo possibile. Quando arriviamo i bambini ci scrivono le lettere su come vorrebbero vedere ricostruita la loro scuola: queste lettere le conserveremo per sempre! E cerchiamo di farle diventare un impegno quotidiano per ognuno di noi. (Radio Vaticana)
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