La forza della natura
“Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento
e per aere e nubilo e sereno et omne tempo,
per lo quale a le Tue creature dai sustentamento. [...]
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra madre Terra
La quale ne sustenta e governa ...”
È difficile proprio in questi giorni pronunciare le parole del celeberrimo Cantico di frate Sole di san Francesco. Verrebbe più spontaneo maledire i fenomeni atmosferici e appellare la Terra matrigna crudele, più che madre che ci sostenta.
È la medesima imprecazione che sale da coloro che, pur professandosi cristiani, hanno osato subordinare come un legame di causa-effetto i tragici fatti che colorano a tinte fosche le cronache di questi giorni ad una impietosa punizione divina. E dove starebbe la misericordia di Dio?
Frate Francesco, invece, ci mostra un’altra via, avendo colto in profondità il senso della creazione, il legame intimo che unisce ogni realtà animata e inanimata. Neve, acqua, vento, gelo, persino il terremoto, sono parte di questo disegno universale, che un credente vede scritto dal dito di Dio Creatore, ma il loro accanirsi contro l’uomo non li rende semplici strumenti nella mani di un Dio punitore. Essi sono piuttosto legami recisi di un equilibrio che il creato naturalmente e silenziosamente vuole restituire, sono protagonisti di questa nostra storia, come lo è ciascuno di noi, che in questa rete di interconnessioni reciproche, diviene una maglia insostituibile di un intreccio misterioso di trame e orditi.
Quanti gesti silenziosi di sostegno, quanti ponti interrotti ricostruiti, quanti doni volontari di sé e del proprio tempo hanno irradiato le tenebre di questi giorni pieni di paura e di affanno in persone che non sanno più cosa sarà il loro domani: raggi di luce che si fanno spazio nel buio della disperazione.
È la rete della nostra fragile umanità, la stesso che il Signore ha scelto di abbracciare divenendo uno di noi; è la rete delle solidarietà e delle attenzioni, che possiamo manifestare ancor più oggi ai nostri fratelli e sorelle; è la rete di unità che grida forte una speranza:
“Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke [...] sostengono infirmitate e tribulazione.
Beati quelli ke ‘l sosterrano in pace ke da Te, Altissimo, sirano incoronati”.
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