Ius soli, italiani i bambini nati qui
Ma cosa è esattamente lo Ius Soli? Come si ottiene ad oggi la cittadinanza italiana? Quali le principali posizioni in campo?
La scorsa settimana è ricominciata nelle Aule Parlamentari la discussione relativa allo Ius Soli, una legge che espande i criteri per ottenere la cittadinanza italiana, approvata alla Camera nel 2015 ed ora in attesa della definitiva approvazione del Senato.
Il tema dello Ius Soli è entrato prepotentemente in questi giorno nel dibattito pubblico, scatenando la discussione sia tra i partiti sia tra gli esponenti della società civile e del mondo ecclesiastico. Ma cosa è esattamente lo Ius Soli? Come si ottiene ad oggi la cittadinanza italiana? Quali le principali posizioni in campo? Proveremo in questo articolo a dare alcune risposte.
Ad oggi, in Italia, vige lo Ius Sanguinis, in sintesi un bambino è italiano se almeno uno dei genitori è Italiano. Spiegato in parole povere, un bambino nato in Argentina, da genitori argentini ma che magari hanno un nonno originario di Pizzo Calabro e sono per questo cittadini italiani, “nasce” cittadino italiano. Al contrario, secondo la legge attualmente in essere, un bambino nato da genitori stranieri, anche se partorito sul territorio italiano, può chiedere la cittadinanza solo dopo aver compiuto 18 anni e se fino a quel momento abbia risieduto in Italia “legalmente e ininterrottamente”.
La nuova legge si propone di introdurre soprattutto due nuovi criteri per ottenere la cittadinanza prima dei 18 anni: si chiamano ius soli (“diritto legato al territorio”) temperato e ius culturae (“diritto legato all’istruzione”). In sintesi estrema potranno chiedere la cittadinanza italiana i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni e superato almeno un ciclo scolastico (cioè le scuole elementari o medie). I ragazzi nati all’estero ma che arrivano in Italia fra i 12 e i 18 anni potranno ottenere la cittadinanza dopo aver abitato in Italia per almeno sei anni e avere superato un ciclo scolastico.
Una considerazione. E’ mia ferma convinzione che la maggior parte delle critiche al disegno di legge sullo Ius Soli, provengano da persone o associazioni che non ne conoscono il significato ed il funzionamento, e che le obiezioni di chi si oppone allo Ius Soli siano puramente “ideologiche” e non suffragate da elementi concreti.
Eloquente in questo senso è uno striscione apparso su un palazzo milanese a firma di “Forza Nuova”, una formazione di estrema destra. Sullo striscione si legge “Italiani si nasce, non si diventa!”. Bene, è esattamente quello che si propongono di realizzare i proponenti del disegno di legge sullo Ius Soli, secondo i quali chi nasce in Italia ha diritto, a determinate condizioni, a prendere la cittadinanza italiana. Insomma, quelli di Forza Nuova, hanno fatto un clamoroso autogoal.
Vediamo ora le posizioni dei partiti e della Chiesa Italiana in merito allo Ius Soli. Dopo anni di discussioni e di spinte dell’associazionismo, va dato merito al Partito Democratico di aver portato nell’Aula della Camera la proposta di legge in questione. Alla Camera il disegno di legge portato avanti dalla relatrice Doris Lo Moro (prima nel Pd, oggi in Mdp), e nel 2015 viene votato dalla maggioranza di Governo (Pd, Alternativa Popolare, Ala, Scelta Civica) e da Sel. Si astiene il Movimento 5 Stelle (che inizialmente era apparso favorevole alla legge), votano contro la Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Le posizioni non sono cambiate, la Lega alza le barricate al grido di “no all’invasione” (qualcuno spieghi loro però che il milione di bambini in assenza dello Ius Soli resterebbero comunque in Italia), Forza Italia e Fratelli d’Italia sono contrarie, Il Pd spinge per una rapida approvazione (in questo caso, senza “disaccordo” coi fuoriusciti dell’Mdp), Sel è favorevole, l’area di Alfano (decisiva a livello numerico per l’approvazione della legge) appare favorevole ma “tiepida”, insomma i centristi preferirebbero rimandare, ma si sa che nel Parlamento Italiano rimandare porta con sé il pericolo di affossare. Nel concreto, saranno decisivi i prossimi giorni per capire se il Governo marcerà compatto sulla approvazione dello Ius Soli.
Ho lasciato in fondo il parere della Chiesa Italiana e le querelle Perego/Lega Nord e Galantino/Movimento 5 Stelle. Nei giorni scorsi, sono state chiarissime le parole di Monsignor Perego, Direttore della Fondazione Migrantes della Cei: “La Chiesa è a favore dello Ius Soli, la legge è indispensabile. Considero questa legge uno strumento che migliorerebbero la vita nelle nostre città, favorendo inclusione e partecipazione".
La risposta della Lega Nord non si è fatta attendere. "Stupisce la netta presa di posizione della Cei … perché raramente dalla Cei abbiamo sentito prese di posizione altrettanto dure e nette davanti ai tanti problemi che affliggono milioni di nostri cittadini in un'Italia che ha una disoccupazione generale all'11,5%, con una disoccupazione giovanile che sfiora il 40%, e oltre sei milioni di italiani con una pensione minima sotto i mille euro". Salvini ed i suoi cercano in tutti i modi di mettere in contrasto lo ius Soli con le misure contro la povertà. Si potrebbe innanzitutto obiettare che per contrastare la povertà fanno molto più la rete delle parrocche, le Mense della Caritas, il lavoro dei volontari di Sant’Egidio, le opere misericordiose dei Francescani che tante vuote parole della politica. Inoltre, seconda obiezione, lo Ius Soli non ha “costi”, non “ruba” nulla agli italiani, banalmente semplifica la vita a milioni di persone.
Interessanti sono state poi le recenti dichiarazioni di Monsignor Galantino in merito allo Ius Soli ed in merito a chi “... ha cambiato idea e ora fa politica unicamente per rincorrere il proprio successo, perché vuol fare solo il proprio interesse. E' antipolitica. E il Papa certamente non sta aiutando l'antipolitica".
In maniera molto chiara, Monsignor Galantino ha criticato l’atteggiamento del Movimento 5 Stelle, che più volte si era espresso in maniera favorevole allo Ius Soli, per poi “ritrattare” con un post sul Blog di Grillo. A detta di molti opinionisti politici, dopo il recente flop elettorale alle elezioni amministrative, il Movimento si sta “spostando” a destra, scelta legittima, ma allo stesso tempo è legittimo che Galantino sottolinei che il Movimento faccia i propri interessi e non quelli di un milione di bambini, nati e cresciuti in Italia. Mi permetto di sottolineare che i ripetuti tentativi da parte del Movimento 5 Stelle di accreditarsi come “realtà francescana” e “vicina agli ideali cattolici”, vengono sempre più spesso smentite dai fatti e dalle scelte compiute dal Movimento, ed a mio parere fa bene Galantino a sottolineare tale ambiguità di fondo.
Ahmed, Jon, Sarita, sono nati in Italia, vanno a scuola con i nostri figli o nipoti, ascoltano Tiziano Ferro e Benji e Fede, hanno come i loro compagni di classe la maglietta di Totti, Dybala o Insigne, parlano in dialetto, sono pienamente cittadini italiani. Come ha detto il Premier Gentiloni “è arrivato il momento di considerare italiani i bambini nati qui”.
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