Immigrati regolari più risorsa che costo
Un'indagine Ipsos chiarisce il rapporto tra situazione reale e idee sbagliate
È uno dei temi su cui si concentrano di più le percezioni sbagliate (o comunque sovrastimate) e i falsi miti. Un' indagine dell' Ipsos condotta per Laboratorio Futuro dell' Istituto Toniolo, conferma che sull' immigrazione tra la situazione reale e le idee che ha in testa la maggioranza degli italiani c'è parecchia differenza. Dallo studio, per esempio, emerge come gli italiani ritengano mediamente che su 100 persone residenti in Italia 20 siano straniere, quando in verità in base ai dati sono circa il 9%. Non solo: nonostante la presenza degli immigrati in Italia sia fortemente sovrastimata, contrariamente a quanto si possa pensare, oltre il 72% degli italiani ritiene che gli immigrati regolari siano una percentuale congrua o addirittura che siano troppo pochi (18% del totale). I risultati principali della rilevazione sono contenuti nel report 'Gli immigrati nell' economia italiana: tra necessità e opportunità', presentato al webinar sui canali social dell' Università Cattolica e dell' Istituto Toniolo cui hanno partecipato anche il ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini e la professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi, prorettore dell' Università Cattolica.
Alla base di tanta discordanza tra fatti e sensazioni c' è un aspetto particolare del fenomeno migratorio: quello di concentrarsi quasi esclusivamente sugli 'arrivi' senza concentrarsi sulla permanenza e sul contributo alla vita del Paese. Secondo i dati del sondaggio di Laboratorio Futuro, infatti, il 46,5% degli italiani ritiene che l' immigrazione incida negativamente sui costi dei servizi di welfare e consumi (il 41,9% è, invece, in disaccordo e l' 11,6% non si esprime). In realtà, secondo studi recenti, al contributo fiscale pari a 57,5 miliardi da parte di contribuenti nati all' estero, tolti gli oneri per servizi goduti dagli stessi immigrati, rimane un saldo positivo pari a 500 milioni (dati 2018). Su tutto, vanno segnalate le entrate per contributi previdenziali e sociali (13,9 miliardi di euro), che ovviamente si tradurranno in pensioni future, ma che ora rappresentano sicuramente un importante contributo alle casse del nostro sistema previdenziale. La tesi secondo cui l' immigrazione rappresenta solo un costo per le casse dello Stato, quindi, è smentita dai numeri. Spesso si tende a sbagliare anche la collocazione occupazionale. La percezione degli italiani, rilevata dallo studio, è che oltre il 65% dei lavoratori immigrati siano occupati in agricoltura, mentre in realtà in quel settore trova occupazione solo il 6%, contro il 25% che è impiegato nei servizi e il 19% nell' industria. (Avvenire)
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