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Il genio dell'app che ha detto no a 8 milioni: non voglio speculare

Paco Misale Twitter - Avi Schiffmann
Pubblicato il 20-05-2020

Il 17enne Avi Schiffmann ha rifiutato offerte per il suo sito che traccia il virus

Genio a 17 anni. Lui è uno studente americano, si chiama Avi Schiffmann, è appassionato di informatica e ha creato un sito web che traccia il Covid-19 in giro per il mondo. In un attimo la sua vita è cambiata. Anzi, sarebbe potuta cambiare. Perché quando gli hanno offerto una valanga di soldi per vendere il suo portale da 30 milioni di utenti giornalieri, ha rifiutato, rispedendo al mittente una mega offerta da 8 milioni di dollari. Il motivo? «Ho solo 17 anni, non mi serve tutto quel denaro. Non voglio approfittare della situazione, fare soldi su una tragedia - ha spiegato -, molti mi dicono che me ne pentirò ma ho altro in mente».

Avi Schiffmann, statunitense dello stato di Washington, di colpo è dunque diventato il protagonista di una storia decisamente controcorrente grazie al suo sito, che ha un nome essenziale ma diretto, ncov2019.live, si presenta molto minimalista ma di facile lettura, in cui si riportano dati aggiornati su infezioni, morti e guariti suddivisi per tutti i paesi del mondo e basati sulle comunicazioni dell'Oms e degli altri enti nazionali. Il portale presenta anche una mappa con la diffusione dell'infezione e alcune informazioni basilari sul virus, compresi alcuni consigli sull'igiene personale.

La formula, realizzata con l'aiuto grafico di un amico, Daniel Conlon, ha avuto successo perché Avi è seguito da 30 milioni di persone al giorno in tutto il pianeta e, da quando il sito è stato creato, ha registrato 700 milioni di contatti unici. L'inventore preferisce vivere di donazioni, con la formula 'offrimi un caffè'. Gli basta in pratica una micro donazione, scegliendo di non cedere alle lusinghe di chi gli ha offerto 8 milioni di dollari per comprare il portale. Ha anche detto di no a un lavoro in Microsoft, ad altre proposte di contratto, a offerte milionarie che gli sono giunte da inserzionisti pubblicitari.

«Non sono uno speculatore, non voglio approfittarne. In realtà ho altri piani per il mio futuro - spiega Avi -. E poi non voglio essere obbligato contrattualmente a tenere aggiornato il sito o effettuare cambiamenti su cui non sono d'accordo». Così, nonostante gli sia capitato di restare sveglio anche 50 ore davanti al pc, gli basta quello che riesce a racimolare con le donazioni. Avi è però critico con i grandi della Terra: «Questo sistema di tracciamento globale avrebbe dovuto inventarlo l'Organizzazione mondiale della sanità, non un ragazzo di 17 anni». (La Nazione)

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