IL CARDINALE BAGNASCO AD ASSISI PER IL CREATO: LEGAME TRA ECOLOGIA E RISPETTO DELL'UOMO
Il creato è la casa che Dio ha affidato all’umanità perché la abitasse in pace
Cari Confratelli, Angelo Card. Bagnasco
Autorità
Cari Fratelli e Sorelle
Ringrazio Dio per averci chiamati a questa Prima Preghiera Ecumenica per il Creato. La città di Assisi, che ha visto San Francesco cantore della bellezza del Signore, è il luogo più significativo per questo incontro ecumenico, dove ho l’onore di rappresentare il Consiglio delle Conferenze Episcopali di tutta Europa.
Il creato è la casa che Dio ha affidato all’umanità perché la abitasse in pace, e la custodisse partecipando alla sua opera. Siamo grati al Santo Padre Francesco che non si stanca di richiamare l’attenzione del mondo sulla natura, dono del Creatore, che subisce le violenze dell’ uomo e viene deturpato con gravi conseguenze per l’umanità, specialmente per i più poveri. La terra, il mare e il cielo sono opera delle mani del Signore e le straordinarie risorse ed energie che essi racchiudono sono destinate allo sviluppo e al bene non di pochi né di molti, ma di tutti, singoli e popoli, nazioni e continenti.
Purtroppo, la cultura del profitto spinge non ad uno sviluppo responsabile, ma allo sfruttamento irrazionale che mira al tornaconto massimo e immediato, senza senso del futuro, senza rispetto per i deboli e le generazioni che verranno. Una nuova mentalità colonialistica è avanzata, forse meno evidente nelle apparenze , ma non meno violenta, arrogante, omicida.
Chiediamo a Dio, Creatore dell’universo, che abiti nei nostri cuori e che ci renda saggi: più siamo abitati da Dio, e più diventiamo anche sensibili a ciò che ci circonda, capaci di riconoscere i riflessi invisibili del suo volto, le impronte della sua bellezza e del suo amore.
Se Dio illumina la nostra coscienza allora tutto diventa luminoso, il senso della vita è più acuto: senza la luce divina l’uomo è portato a disprezzare se stesso e le cose che lo circondano, a non avere rispetto di sé, della sua dignità, del suo volto.
Emerge così la centralità dell’ecologia umana, che consiste nel riconoscimento della dignità inviolabile di ogni persona: se l’uomo si degrada, infatti, si degrada anche l’ambiente in cui vive. Se la cultura tende al nichilismo, anche la natura ne pagherà le conseguenze. Quando l’ecologia umana è rispettata nella società, allora anche l’ecologia ambientale ne trae beneficio. Ma “quando non si riconosce (…) l’importanza di un povero di un embrione umano, di una persona con disabilità – per fare solo alcuni esempi – difficilmente si sapranno ascoltare le grida della natura stessa” (Papa Francesco, Laudato sì 117). Veramente, senza un’adeguata antropologia, non vi può essere vera ecologia.
Dio ci doni intelligenza e cuore innanzitutto verso l’uomo, creatura di Dio e figlio del Padre in Cristo. Ci doni di impegnarci insieme perché la giustizia, il rispetto e la fraternità tra gli uomini possano riflettersi in un rapporto di alleanza cosmica, per cui il creato sia amato come la casa comune, dove le generazioni di oggi e di domani possano vivere con maggiore armonia e pace.
Arcivescovo Metropolita di Genova
Presidente Consiglio Conferenze Episcopali d’Europa
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