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Hebdomada Papae: le prime news in latino su Radio Vaticana

Alessandro Di Bussolo Freepik
Pubblicato il 08-06-2019

Sarà il primo notiziario radiofonico in latino e prenderà il via oggi, sabato 8 giugno, alle 12.32 sulle frequenze di Radio Vaticana. Si chiamerà ‘Hebdomada Papae, notitiae vaticanae latine redditae’ (La settimana del Papa, notiziario vaticano in lingua latina), avrà cadenza settimanale, durerà 5 minuti e si occuperà dell’attività del Papa e della Santa Sede. L’ iniziativa nasce dalla collaborazione delle redazioni di Radio Vaticana – Vatican News con l’Ufficio Lettere Latine, la struttura della Segreteria di Stato che si occupa di tradurre e di scrivere in latino i documenti ufficiali del Papa compresi i tweet dell’account @Pontifex_ln.

In onda ogni sabato, per 5 minuti, alle 12.32

Il nuovo notiziario radiofonico, curato da Alessandro De Carolis, andrà in onda ogni sabato sui canali della Radio Vaticana (In lingua italiana, sulle frequenze di Radio Vaticana Italia alle ore 12.32 e in replica domenica alle 17.30) e verrà diffuso anche in formato podcast attraverso il portale informativo plurilingue Vatican News accompagnato da un articolo contenente la traduzione dei testi.

Tornielli: un vero radiogiornale, una sfida verso il futuro

“Sarà un vero e proprio radiogiornale – spiega Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione – con servizi e notizie. Non lo abbiamo pensato come uno sguardo nostalgico al passato, ma come una sfida verso il futuro”. “Con questo nuovo appuntamento settimanale – aggiunge Tornielli, - vogliamo far rivivere anche nelle news la lingua ufficiale della Chiesa cattolica, che già quotidianamente risuona dalle frequenze di Radio Vaticana durante la messa trasmessa alla mattina”.

Mons. Turek: c'è un nuovo interesse per il latino di oggi

Dopo le news, l'approfondimento con 'Anima Latina'

Su Radio Vaticana Italia, il notiziario radiofonico in latino sarà seguito da ‘Anima Latina, radio colloquia de lingua ecclesiae’, una trasmissione di 23 minuti, in italiano, dedicata alla riscoperta del valore e della bellezza della lingua latina curata e condotta da Fabio Colagrande. Si avvarrà del contributo in studio di monsignor Waldemar Turek, il responsabile dell’Ufficio Lettere Latine e dei suoi colleghi, che terranno micro-lezioni di teoria e prassi per rinfrescare il latino scolastico e soprattutto per far conoscere i neologismi latini coniati per i tweet di Papa Francesco. Così ce ne parla mons. Turek.

R. – E’ un’iniziativa del Dicastero della comunicazione che noi abbiamo ben accolto e cercheremo di collaborare dando un aiuto per quanto riguarda la preparazione dei testi in latino. Forse siamo pochi nel mondo ad usare ancora il latino per parlare, per esprimere concetti tradizionali o concetti che riguardano la vita di oggi… E quindi siamo ben contenti che ci sarà questo giornale in latino che presenterà in pochi minuti, ogni settimana, le notizie importanti sull’attività del Santo Padre e della Santa Sede. Sarà una novità nel senso che almeno qui, in questi ambienti, è da un po’ di tempo che non abbiamo una cosa simile e invece osserviamo un certo interesse per il latino di oggi sia per quello scritto che per quello parlato… Sarà un’occasione per i giovani e per le persone adulte di poter avere un contatto diretto con il latino di oggi.

Lei pensa che sia solo curiosità o c’è anche il valore dell’universalità di questa lingua che può avere la funzione, che ha avuto in passato, di unificare i popoli che poi in volgare parlano diversamente?

R. – Io spero che proprio dalla curiosità passiamo alle cose essenziali, a tutto il patrimonio così ricco, che aspetta ancora la nostra analisi, che aspetta ancora lo studio per poter scoprire tanti contenuti, sempre attuali, anche se sono stati espressi, descritti molto tempo fa. Non devo qui sottolineare l’importanza del latino nella storia della Chiesa, anche in quella recente, soprattutto per la riflessione teologica-filosofica, ma anche per le questioni che sono molto attuali nei nostri tempi. Quindi noi cerchiamo di continuare di approfondire per quanto possibile questa grande tradizione.

Chi decide come chiamare i nuovi oggetti della modernità come il telefonino, il computer?

R. - Abbiamo dizionari che sono stati preparati di nostri colleghi sempre nell’ambiente della Curia romana, anche in collaborazione con alcune università pontificie. Si tratta di alcuni dizionari preparati una trentina di anni fa che sono per noi un punto di riferimento. A volte, però, non abbiamo alcuni termini che fanno parte del linguaggio di oggi e quindi, in pratica, nel nostro ufficio cerchiamo di decidere come esprimere questi concetti in maniera descrittiva o trovare anche qualche parola che non era conosciuta nel linguaggio antico.

Quando l'influencer di Dio diventa concitatrix Dei

Con un linguaggio divulgativo e non certo accademico, i latinisti della Segreteria di Stato parleranno delle tante e curiose traduzioni di termini moderni per l’account papale. I campionati mondiali di calcio? In un tweet del Papa, alla vigilia di quelli in Russia, sono diventati certaminibus mundialibus sphaeromachiae. Maria la prima influencer, l’influencer di Dio, è stata tradotta in concitatrix, concitatrix Dei.  E poi  secondo quanto riporta il Lexicon recentis latinitatis, il ‘vocabolario’ dei latinisti, ad esempio la tagliatella diventa oblonga pasta segmentata, il panettone  Mediolanensis placentae,e la xenofobia Exterarum gentium odium. Il rerum inexplicatarum volantium studiosus è l’ufologo, mentre il voluntarius suis interromptor è il kamikaze.

Luce sui modi di dire, da extra omnes a felix culpa

Ci sarà spazio poi per i modi di dire latini utilizzati nel gergo ecclesiale. Urbi et orbi, extra omnes e ex-cathedra, sono termini latini inevitabili per ogni vaticanista, la cui conoscenza è imprescindibile per imparare la storia della chiesa. Quo vadis? non prevalebunt, felix culpa, sono brevi motti latini, la cui traduzione spalanca però la comprensione profonda della Bibbia e della storia del cattolicesimo.

Colagrande: un settimanale sui generis e ante litteram

Ci sono poi motti, proverbi e termini latini che impieghiamo quotidianamente, spesso senza farci caso. Basti pensare a deficit, referendum, ictus, monitor, media, gratis, curriculum, vademecum. “Sarà un settimanale sui generis e ante litteram – spiega il curatore Fabio Colagrande, giocando col latino - Carpe diem! Conoscere il latino vuol dire restare aggrappati alla storia e alla parola, superando i rischi dell'ignoranza, della novità a tutti i costi e del riduzionismo tecnologico”. “De gustibus non est disputandum: ma siamo sicuri resterete colpiti da questo programma - conclude Colagrande, rivolgendosi ai futuri ascoltatori - e se invece vi avremo deluso tenete conto che: errare humanum est. Comunque in extrema ratio, se non volete ascoltarci obtorto collo, almeno una tantum, potete sempre spegnere la radio. O tempora, o mores!”. VATICAN NEWS


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