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Frati minori conventuali di Bologna, la fede nel cuore della città

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Il termine «conventuali» appare per prima volta in un documento di papa Innocenzo IV del 1250. Ancora vivente San Francesco d'Assisi, fondatore dei Frati Minori, il movimento crebbe numericamente in modo straordinario tanto che già nel 1221 alcune fonti storiche parlano di 5.000 frati. Ogni famiglia francescana poneva l'accento su di uno di tali aspetti. Fu poi San Bonaventura da Bagnoregio a conferire all'Ordine un assetto spirituale fondato sul trinomio preghiera-povertà-lavoro, sulla base giuridica e sull'impegno culturale.


In tal modo, coordinata al carisma istituzionale del Fondatore, arricchita e organizzata con l'apporto bonaventuriano, la configurazione «conventuale» dell'Ordine si propone fin dagli inizi come spiritualità francescana fondata su spirito di preghiera, impegno pastorale e studio interagenti. Esempi eccelsi di  questo stile si ravvisano in Sant'Antonio di Padova e nel beato Giovanni Duns Scoto e San massimiliano Kolbe. I seguaci conventuali di San Francesco hanno quindi scelto da sempre - la città di Bologna ne è esempio - di servire nel cuore delle città piuttosto che in eremi nascosti. Altri frati sono stati ambasciatori di pace nelle città e nunzi di pace tra regnanti e prelati. Hanno cantato in splendidi cori e collaborato ed insegnato a grandi musicisti, come il p. Giovanni B. Martini (1706-1784), bolognese, maestro di Mozart; hanno scrutato le stelle con Galileo, insegnato a Dante e a Lorenzo de' Medici, sviluppato teoremi matematici con Leonardo da Vinci.


Nella città di Bologna sono presenti stabilmente fin dal 1236, tenuto conto che il primo francescano a portare Cristo nella nostra città fu Sant'Antonio, ancora oggi ricordato per il suo impegno evangelico e culturale con una statua in via del Porto. La splendida Basilica che i frati conventuali curano risale agli anni 1236-40. È una delle chiese più belle e più frequentate della città, soprattutto per il continuo servizio del sacramento della Riconciliazione, attraverso il quale i frati offrono pure il prezioso servizio dell'ascolto in un mondo che appare sempre più solo. Non meno intenso è anche l'aiuto pastorale che i religiosi offrono ai parroci, sempre più stretti da impegni e ridotti di numero. Varie sono le iniziative offerte dalla comunità dei frati in particolare duranti i tempi liturgici dell'avvento e della quaresima. (padre Franco Careglio - Avvenire)

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