Francesco d' Assisi e Innocenzo III: un sogno in comune?
Francesco non incontrò un Papa aperto al dialogo,
né disponibile ad ascoltare e, checché ne dicano
gli agiografi e alcuni biografi ufficiali, non fu per
niente facile arrivare nel 1221 all’approvazione
della Regola.
Molte riletture posteriori
risentono
del fascino che
Francesco esercitò
su storici, scrittori
e teologi. Alcune
fonti estranee ci dicono
che la reazione
del Papa fu, al
primo incontro, negativa:
la biografia
di san Bonaventura
afferma che Innocenzo III, in un primo momento,
cacciò via con sdegno, come un importuno, quel
visitatore strano (cf. Leggenda maggiore 3,9).
Innocenzo III si convinse di ricevere quei barboni
sia per un sogno rivelativo che fece dopo aver incontrato
il Poverello, sia perché Francesco rispose
alle obiezioni del Papa riguardo all’eccessivo rigore
imposto dalla sua Regola, parlando di Madonna
Povertà.
Il Papa si convinse anche per la visione che in sogno
ebbe della Basilica del Laterano cadente e di
un uomo poverello, piccolo di aspetto, che la sosteneva
mettendovi sotto le spalle perché non cadesse.
Di là della verità di questi racconti, comunque,
papa Innocenzo III approvò la Regola, non senza
compromessi e tagli! Il vero miracolo di questo racconto edificante non
è il sogno d’Innocenzo III, né lo sono le sue presunte
rivelazioni oniriche, bensì il fatto stesso che
un gruppo di barboni
fosse riuscito ad
avere udienza da
un Papa potente ed
energico, che non
aveva certo tempo
da perdere viste
le preoccupazioni
che la Chiesa viva
in quel periodo sia
ad intra (gli eretici)
che ad extra (principi e nobili, re e guerre, eserciti e
crociate). Il miracolo ci fu, eccome!
Io credo che in questo preciso momento della
Chiesa cattolica, la docilità, l’umiltà e la semplicità
del Poverello siano
riapparse come
qualità proprie di
papa Francesco
che desidera avere
attenzione per i
poveri e sogna una
Chiesa nuda, spogliata
cioè delle sue
stesse presunzioni
di verità e dedita totalmente al Cristo crocifisso e
risorto che è presente nella storia degli ultimi, degli
abbandonati, di quanti sono lo scarto dell’umanità
e costituiscono il vero rifiuto della società. di padre Edoardo Scognamiglio
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