Fortunato e Realacci: Assisi risposta italiana alla crisi climatica
L'appuntamento il 24 gennaio con il Manifesto di Assisi
Assisi si prepara a uno degli appuntamenti più importanti sulle politiche ambientali. Il Manifesto che sarà presentato di concerto con la Fondazione Symbola e il Sacro Convento con i suoi primi promotori (Catia Bastioli di Novamont, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, Francesco Starace di Enel) rappresenta una svolta epocale, culturale e spirituale.
Epocale per i soggetti che vi concorrono, perché oltre a quelli citati non mancheranno le più importanti filiere italiane, dalle Ferrovie dello Stato all’Istituto per il Credito Sportivo, dalla Confesercenti alla Confagricoltura.
Non si ricordano soggetti tanto diversi che insieme decidono di mettere al centro i contenuti operativi dell’enciclica Laudato Si’ di papa Francesco. Si tratta di un appuntamento generativo, che si propone di non dare carezze ai giovani del nostro Paese ma delle risposte. Non sottolinea i fallimenti ma offre opportunità e dice soprattutto che quando l’Italia fa l’Italia è più grande.
È una svolta anche culturale: per la prima volta è il Paese Italia che cerca di parlare all’unisono una sola lingua per determinati obiettivi che il Manifesto propone. Tra questi l’azzeramento del contributo netto di emissione dei gas serra entro il 2050.
Se nel 2002 papa Giovanni Paolo II si ritrovò ad Assisi insieme a tutti i leader religiosi del mondo per dire no alla guerra e no alla strumentalizzazione del nome di Dio, ora è invece la classe dirigente con i suoi massimi rappresentanti a ritrovarsi ad Assisi e dire un sì convinto a politiche ambientali.
Non si tratta di un “dress code” ma di scelte convincenti e motivanti. L’altra dimensione è che di fronte ai dati di Oxfam che vedono crescenti disuguaglianze e 2153 persone detenere una ricchezza superiore a quella di oltre 4 miliardi di individui, il Manifesto propone di far sì che nessuno rimanga indietro, nessuno rimanga solo. Assisi rappresenterà, domani, un prima e un dopo, o se si vuole uno spartiacque.
Last but not least, è una svolta anche spirituale. Il Manifesto prende spunto dai capisaldi della Laudato Si’ e propone una spiritualità incarnata, nei gesti quotidiani, quei gesti che sono emersi dal sondaggio che Pagnoncelli ha proposto pochi giorni fa.
Non sprecare cibo, risparmiare acqua ed elettricità, fare la raccolta differenziata, usare borse riutilizzabili per la spesa, prendere il più possibile mezzi pubblici e biciclette per spostarsi. Si fa per vivere una spiritualità che esca dall’astrattezza e dal genericismo, facendo proprio il messaggio acuto e pungente del maestro Schulz, creatore dei Peanuts: in una famosa striscia, Charlie dice a Lucy “Io amo l’umanità, è la gente che non sopporto”.
Ad Assisi si dirà “Rispettiamo la gente perché amiamo l’umanità”. In tutto ciò echeggiano le parole di San Francesco: “Io ho fatto la mia parte…”, ora tocca a noi.
Padre Enzo Fortunato e Ermete Realacci
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